E’ sempre rovente il clima politico sulla vicenda legata all’inchiesta Permessopoli, che vedrà lunedì prossimo aprirsi il processo a tre dei principali imputati nel giro di favori e corsie preferenziali per alcuni esponenti della comunità cinese a Prato. E il centro della polemica, in questa ore, si sta spostando dalle ormai note intercettazioni che coinvolgono Giancarlo Maffei, l’ex consulente del presidente Lamberto Gestri, a un duro botta e risposta tra i partiti di maggioranze e quelli di opposizione. “Da quanto si apprende dalle notizie di questi giorni – dice il consigliere provinciale Pdl Sergio Toccafondi - si iniziano a delineare i motivi per cui i nostri appelli degli ultimi anni venivano soffocati, addirittura derise le nostre preoccupazioni su quella accoglienza gestita senza criterio nonché di una mal controllata politica di immigrazione perpetrata nelle passate legislature. Attendiamo con ansia il ritorno di Maffei sperando che spieghi, una volta per tutte, quali poteri occulti ci sono dietro la svendita di Prato. Preoccupante è però il silenzio degli alleati del Pd, dove il malumore serpeggia nei confronti del presidente della Provincia che da quando è stato “investito” non ha certo fatto brillare il partito di maggioranza”. Cristina Attucci, capogruppo Pdl, se la prende invece con l’assessore dell’IdV Loredana Ferrara: “Finalmente il presidente Gestri cambia musica – afferma -: un brusco cambio di rotta, imposto dalle circostanze, che rappresenta l’ammissione del fallimento delle politiche per l’integrazione predicate dalla Provincia: mentre si dispensavano lezioni di legalità, si intrattenevano rapporti con interlocutori per i quali la legalità era l’ultimo pensiero. Sarà anche necessario capire come mai, dopo il protagonismo come assessore alla legalità, l’esponente dell’Italia dei Valori, Loredana Ferrara, si è invece improvvisamente ritirata nelle retrovie. Il silenzio assordante dell’assessore Ferrara rispetto alla vicenda “permessopoli” si presta a tutte le interpretazioni: chi fa della trasparenza e della legalità il suo cavallo di battaglia non può tacere in una situazione come questa. L’unica spiegazione possibile è la paura di perdere la poltrona”.Parole alle quali replica con decisione la stessa Ferrara: “Attucci si sbaglia di grosso – dice l’assessore -. Fa comodo affermare che le politiche di integrazione della Provincia sono fallite ma è una bugia: la scelta di lavorare con coraggio e determinazione a rafforzare i processi di integrazione, anche attraverso lo scambio e la collaborazione diretta con le comunità di migranti, è più che mai valida e in fase di consolidamento. Sulla questione Maffei Il mio atteggiamento personale e quello dell’Italia dei valori resta profondamente ancorato alla trasparenza e non sono disponibile ad accettare lezioni: proprio per questo dico no a ogni forma di giustizialismo preventivo, utilizzato ai soli fini della propaganda politica”. E la Ferrara trova l’appoggio del suo segretario Salvo Ardita che rilancia: “A questo proposito – scrive – vorremmo rilanciare e proporre ai nostri avversari politici della Lega Nord, dell’Udc e del Pdl di ritrovarci intorno ad un tavolo per redigere e sottoscrivere un codice etico valido per tutti i politici e soprattutto per gli amministratori pubblici . Un codice etico che stabilisca le regole per cui quando un politico o un amministratore pubblico commette determinati reati o compie determinati comportamenti moralmente ed eticamente deplorevoli sia automaticamente espulso dalla politica nazionale”. Infine il capogruppo Pd Fabio Rossi si difende attaccando le politiche seguite dalla giunta Cenni: “Il vero banco di prova per chi amministra – dice – non è rispondere alle percezioni di insicurezza esclusivamente sul terreno dell’ordine pubblico e ai soli fini della ricerca assidua del consenso, ma governare la complessità del fenomeno immigratorio soprattutto per i suoi aspetti sociali e della legalità”.
fonte: notizie di prato
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