mercoledì 29 dicembre 2010

mercoledì 15 dicembre 2010

su ECOMOSTRO A ARTIMINO

"Mi piace ricordare quando risalendo l’Arrendevole, prima di arrivare ad Artimino ci fermavamo alla Chiesa di S. Leonardo,splendido gioiello dell’architettura Romanica, con la sua bellissima abside modellata con la pietra locale e quegli strani bassorilievi provenienti da opere etrusche o romane,ed inseriti nella facciata a testimoniare la continuità con il passato e con la storia. La Pieve è accompagnata da un filare di cipressi che ne sottolinea l’inserimento nel paesaggio,quel paesaggio che ci dava piacere osservare sotto l’elegante portico o seduti sull’erba presso l’abside,da dove si poteva ammirare lo scorrere dell’Arno in fondo alla valle. Da qui salivamo poi ad Artimino avendo come riferimento l’antica cinta muraria.Sulla sinistra c’era una piccola scuola,edificio insignificante,forse anche un po’ bruttino, l’aveva voluta,all’inizio degli anni ’60 la prima Amministrazione di Carmignano,dimensionandola ai bisogni reali del piccolo centro e dei suoi abitanti. Si può pensare che il progettista sia stato,come usava allora,il geometra o l’ingegnere del Comune,che forse intimidito dalla presenza della Pieve e magari consapevole dei propri limiti aveva quasi nascosto l’edificio scolastico,infatti la scuola sia per la sua altezza contenuta sia perché arretrata rispetto alla strada,non era visibile né andando verso Artimino né scendendo verso Camaioni.
Adesso la piccola scuola non c’è più: è stata demolita.Al suo posto sta sorgendo un orrendo mostro in cemento armato,alto tre piani. La sua arrogante sagoma,mortifica il profilo della Pieve di S. Leonardo da cui dista meno di 100 metri,ne offende l’elegante architettura ed impedisce la continuità visiva tra la Pieve ed il Borgo Medievale.
Dicono che l’Amministrazione Comunale ne voglia fare un faraonico centro didattico legato all’Archeologia,costo circa 670.000,00 euro.Ma era proprio necessario realizzare un edicio di 700 metri quadri ? E che cosa ospiterà realmente questa orrenda costruzione ? Forse non lo sanno neppure loro. Mi mostrano un progetto assurdo, con tanto di portalino a timpano post-moderno;tutte le stanze riportano la medesima dicitura “ spazio Polivalente “;quando si scrive così è evidente che non si ha alcuna idea precisa sull’effettiva destinazione.
Anche l’indicazione del Progettista è faraonica come l’edificio : Dipartimento di Progettazione Architettonica dell’Università di Firenze . Povera Facoltà di Architettura com’è caduta in basso , viene da chiedersi dove sia finito l’insegnamento della scuola fiorentina dei Michelucci,Ricci,
Savioli , Gamberini ecc. Una delle prime cose che si dovrebbe insegnare ai giovani Architetti è quella di interpretare il “genius loci” in modo che l’opera si inserisca perfettamente nel contesto.
Purtroppo in questo caso non solo è impossibile qualsiasi riferimento al “ genius”,ma risulta improbabile anche il richiamo alla semplice “intellighentia “; e saremo di fronte al paradosso che nessuno conosce il nome dell’Architetto della Pieve, ma tutti sapranno chi è l’autore di questo scempio.
Ora mi domando,com’è possibile che nel 2010, a fronte di tanti richiami e messaggi sulla salvaguardia del paesaggio e del nostro patrimonio architettonico,si possa progettare e costruire una cosa del genere? Chi ha rilasciato i vari permessi ha veramente valutato tutte le implicazioni ?
Possibile che la Soprintendenza non dica nulla ? E come mai non si mobilitano le Associazioni Ambientaliste, i Comitati, ed anche gli Architetti che dovrebbero in prima persona essere interessati alla tutela delle architetture di valore presenti sul territorio,ed ancora di più alla qualità delle nuove architetture ,come espressione della cultura contemporanea ?
Il sole sta tramontando ed i muri della Pieve di S. Leonardo prendono un dolce colore rosato,ed io me ne torno sconsolato in città facendo un’amara riflessione : Per deturpare il paesaggio e compromettere l’ambiente non è necessario essere speculatori edilizi o cammoristi, basta essere
presuntuosi e poco intelligenti.
Mark Potzi

martedì 14 dicembre 2010

I Tagli della Finanziaria e Prato - Convegno UDC

Confronto con gli amministratori e con le categorie
Palazzo Vestri (Provincia di Prato) 13/12/2010.

I tagli e la gestione dei fondi a disposizione con la centralizzazione delle risorse rischiano di aggravare il peso del nostro territorio.

L'esame della finanziaria, nei suoi aspetti legati alla realtà territoriale pratese, ha evidenziato dubbi e perplessità nel coniugare l'esigenza di svluppo economico e di frenare una crisi sempre più evidente anche nel sistema Toscana.

Finite le sicurezze di cui la sinistra si era fatta portatrice fino a poco tempo fa, di una Toscana ridente e bene amministrata, si evidenzia una crisi con una delicata fasedelle scelte. Al minor flusso di denaro da Roma, fanno eco le priorità imposte dal Governatore della Toscana nell'individuazione dei comparti da salvaguardare e quelli da penalizzare. Ne escono pressochè immutati i conferimenti per la sanità, che assorbono l'80% del bilancio della Regione, che secondo Rossi, evidentemente, sarebbee sente da sprechi (possibile?!): un premio per chi insomma sino ad ieri ne era infallibile assessore, oggi presidente regionale.

Si colpisce in modo duro il sociale: si taglia dalla regione di altre € 400.000,00 – riporta la notizia l'assessore pratese Mondanelli – ma fortunatamente è notizia di oggi che il Governo ne ha stanziati 600.000,00.

Si riducono in modo consistente i conferimenti per il trasporto pubblico con la conseguente messa in crisi di un sistema della mobilità pubblica che - come ha riportato nella sua dettagliata relazione il Direttore della CAP Alberto Banci – mette in crisi un'azione congiunta azienda-provincia-comune, che aveva portato a raddoppiare gli utenti del servizio negli ultimi 5 anni. Un indebolimento delle aziende private costrette, fra l'altro, a reinventarsi a causa della volontà di Rossi di creare un gestore unico dei trasporti della Toscana; decisione che lascia perplessi anche per il concreto rischio che il servizio pratese (per l'appalto unico regionale) possa addirittura cancellare la realtà locale, oggi un'eccellenza in regione e ciòa favore di multinazionali straniere). La cooperativa, ha aggiunto Banci, non intende mollare e a riprova intende portare avanti sia il progetto della nuova sede dei deposito presso il casello autostradale in sostituzione di quello attuale, sia dell'acquisizione di parte della LAZZI.

Si sopprimono le Agenzie Per il Turismo Provinciali, facendo così venire meno – sottolinea Nardini Presidente della Confcommercio – quella minima garanzia di disponibilità economica da spendere sul territorio pratese, con riflessi positivi per il settore da lui rappresentato, mentre si crea un sistema centralizzato regionale tutto da ristudiare.

Aspetti tutti – dice Bellandi Segretario CISL – che aprono fronti di crisi ulteriori nel mercato del lavoro, dai potenziali contenziosi riguardo alle APT, agli esuberi della CAP, ponendo l'accento sulla necessità alla base di una riforma fiscale idonea a recuperare il somero e premiare chi produce ed investe nella legalità.

Il Presidente del Consiglio Maurizio Bettazzi, ha caretterizzato il proprio saluto nel riportare le posizioni in ANCI e UPI,

Il Sindaco di Prato Cenni, ha evidenziato come la politica regionale, anche nella gestione dei bandi sul territorio, sia miope adottando criteri astratti ben lontani dalla valutazione delle concrete necessità del territorio e incapace di contrastare gli eventi eccezionali delle singole realtà: criteri spesso legati ai numeri dei residenti anziché collegate alle diverse esigenze di quelli. Ne esce una grave sottovalutazione a livello regionale di Prato, terzo comune dell'Italia Centrale dopo Roma e Firenze, troppo spesso avvallata dagli ex amministratori locali pratesi.

All'acceso dibitatto, introdotto dal Capogruppo in Provincia Francesco Querci, specie per gli aspetti più collegati alle politiche provinciali interessate dalla finanziaria (trasporto pubblico, acqua e rifiuti, ATP) è seguita una relazione di Giovanni Bambagioni e un appello del segretario regionale UDC, Lorenzo Zirri, rivolto al Sindaco, affinchè Prato diventi esempio di buon governo del territorio, ovvero concreto esempio della validità dell'alternanza al governo nelle amministrazioni locali. Ha concluso Enrico Mencattini, presidente UDC.

Nella sostanza, oggi, esaminate le scelte di dove tagliare da parte del Governatore, dobbiamo ad ogni levello, comunale, provinciale, ma anche da parte delle singole categorie e delle aziende che operano sul territorio, alzare l'attenzione sulla gestione dei fondi a disposizione della Regione per evitare l'isolamento. La crisi, occasione di rinascita, ma anche di serrato confronto. Essenziale la difesa di Prato, delle garazie sociali e di sviluppo economico del nostro territorio.

Francesco Querci (capogruppo udc Provincia)

lunedì 13 dicembre 2010

"il privilegio di non avere niente da fare" (PD contro Cenni)

di GIACOMO FIASCHI
Ci sono cose, a questo mondo, di fronte alle quali non si sa se ridere o piangere. Una di queste è senza dubbio la pervicace insistenza con la quale il Capogruppo dell’Opposizione del Comune di Prato si attarda nel gridare sui tetti una verità che è solo sua: il conflitto d’interessi del Sindaco.

Egli sostiene, infatti, che Roberto Cenni non si occupa, come invece dovrebbe, degli interessi di Prato poiché il suo cuore e la sua mente sono, tutti e due, assorbiti dalle vicende della Sasch.

Appare ovvio che la Sasch, secondo il pensiero e la sensibilità di Massimo Carlesi, rappresenta solo ed esclusivamente un affare di famiglia, che non riguarda quattrocento posti di lavoro pratesi.

E grazie all’illuminato pensiero del Capogruppo dell’Opposizione in Consiglio Comunale di Prato, lettore appasionato di bilanci, scopriamo che il Sindaco Roberto Cenni ha aperto un tavolo in regione per la ricerca di una soluzione solo per tutelare i propri interessi privati. Lui, che conosce in profondità la natura reale delle cose ce lo ha rivelato e a noi non dovrebbe restare altro da fare che credergli.

E invece noi non gli crediamo, neanche un poco.

Ed ecco perché.

  • Primo, perché il Sindaco Cenni, in poco più d’un anno dalla sua elezione, ha fatto più cose per il risanamento della città di quante i suoi predecessori si sarebbero mai e poi mai sognati anche solo di poter promettere pur sapendo che non avrebbero mai mantenuto le promesse: basti pensare a cos’è successo in un anno a proposito dello smascheramento delle sacche d’illegalità, sostenute anche dalla presenza (e di come questo sia potuto accadere dovrebbero dare una qualche spiegazione i suoi predecessori) della mafia cinese alcuni esponenti della quale sono stati arrestati giusto pochi giorni or sono.
  • Secondo perché, a differenza dei proclami ideologici e dei cervellotici algoritmi pseudo socioculturalpoliticheggianti si comincia a ragionare in termini concreti di poche ma serie cose fattibili sulla base delle reali possibilità e non di quelle fumose elucubrazioni a seguito delle quali il territorio pratese è stato letteralmente devastato, violentato e saccheggiato da un’urbanistica che non voglio definir folle per non offendere quella follia alla quale Erasmo da Rotterdam dedicò la sua opera più famosa.
  • Terzo perché le trattative che il Sindaco conduce per la crisi della Sasch sono un dovere istituzionale che gli deriva proprio dall’incarico che ricopre. Un dovere che è, al contempo, la miglior garanzia del fatto che la gestione della crisi che vede in pericolo quattrocento posti di lavoro a Prato, venga condotta in modo corretto e non “alla pratese” intendendo, con questa espressione, riferirmi al malcostume generalizzato che ha visto gestire simili crisi, a Prato e altrove, in modo -quello si- davvero personalistico e affaristico, sacrificando senza scrupoli il destino di tanta gente, magari con la complicità occulta di funzionari pubblici e direttori di banche.

Vorremmo invitare il Capogruppo dell’Opposizione del Consiglio Comunale di Prato a riflettere sul fatto che la Sasch è un’azienda pratese del settore tessile-abbigliamento e che, come tale, è del tutto normale che risenta della stessa crisi che da anni ormai s’è abbattuta sull’intero settore e sulla città.

Vorremmo anche sottolineare il fatto che questa crisi è nata e si è aggravata nel corso di trent’anni senza che neanche un cane si desse pensiero di affrontarla dotandosi di strumenti di analisi appropriati e favorendo lo studio di soluzioni quando ancora il tempo a disposizione per poterlo fare era sufficiente. Posso, anzi, affermare con cognizione di causa che quei pochi strumenti utili furono letteralmente distrutti proprio perché mettevano in luce aspetti molto poco onorevoli dell’establishment pratese dell’epoca, (s)governato dall’asse politico formato dall’intreccio d’interessi arciconflittuali della vecchia DC e del vecchio PCI. Cosa facevano i governanti della città di allora? Dormivano? L'amico Massimo potrebbe dare migliore dimostrazione delle sue capacità leggendo i bilanci dell'amministrazione pubblica pratese. E allora scoprirebbe, finalmente anche lui che no, purtroppo non dormivano affatto: i marpioni della politica avevan messo in mano il giocattolo ai ragazzi. Le cose serie e le decisioni le discutevano, evidentemente, fuori dalle sedi istituzionali.

E “i ragazzi” allora che facevano? Giocavano al Risiko e a Monopoli con Prato? A giudicare dai risultati verrebbe da pensare che facessero proprio questo. E ora che sono all’opposizione grazie più alla loro sgangherata e fallimentare gestione della cosa pubblica che alla forza di un avversario vero (che prima di oggi non era mai esistito per merito del mega-inciucio che aveva garantito il comodato gratuito del palazzo comunale alla sinistra e l’accesso ventiquattr’ore non stop trecentosessantacinque -trecentosessantasei negli anni bisestili- giorni all’anno alla stanza dei bottoni alla destra), che fanno? I paladini della correttezza politica? I garanti contro un conflitto d’interessi che non esiste?

Si vede proprio che questi (ormai ex) ragazzi, dopo che li hanno sfrattati dalla sala giochi comunale, non hanno proprio più nulla di meglio da fare.

martedì 7 dicembre 2010

Finanziara regionale 2011 e Prato 13\12\2010

Il Gruppo Provinciale con il Gruppo Comunale UDC, organizzano un incontro a Palazzo Vestri al quale, alla presenza fra gli altri del Sindaco Cenni, affronteranno la finanziaria regionale ed i suoi riflessi su Prato.


Il 13/12/2010 ore 20,00 presso Palazzo Vestri (Piazza Duomo di Prato).