mercoledì 28 luglio 2010

Salta la commissione sulla 325..ed è polemica!!!


E’ stata rinviata a data da destinarsi la riunione della IV commissione provinciale, inizialmente fissata per stamani con all’ordine del giorno l’analisi della situazione dei cantieri sulla Sr325. A darne notizia sono Marco Curcio, capogruppo Pdl alla Comunità montana, e Antonino Nagelica, consigliere comunale di opposizone a Vernio. I due consiglieri stigmatizzano senza mezzi termini il fatto, accusando la commissione di “menefreghismo e lassismo”. “Forse hanno preferito andare in vacanza piuttosto che venire a vedere la drammatica situazione dell’unica strada che ci collega a Prato - affermano Curcio e Angelica - Tra l’altro al momento la commissione è stata rinviata a data da destinarsi. Quindi non c’è nemmeno un appuntamento prefissato. Vorremmo sapere quando pensano di fare questa commissione e quando pensano di risolvere i problemi della viabilità della Vallata verso Prato. Non capiscono che noi della Vallata, le nostre famiglie e il nostro lavoro siamo gravemente danneggiati da tutto questo e la situazione sta diventando veramente insostenibile”. Sul tema intervengono anche Francesco Mugnaioni e Sergio Toccafondi, consiglieri provinciali del Pdl, entrambi membri della IV commissione che si uniscono al coro di critiche al fatto che l’appuntamento sia saltato.“Ci preme sottolineare che noi eravamo presenti e disponibili - dicono i due esponenti della minoranza -. Era una commissione decisa da tempo e che vedeva l’intervento anche di un tecnico della Provincia per valutare la possibile apertura di una nuova strada, da e per Prato, che arrivasse almeno fino a Vaiano. Invece, all’ultimo minuto e con nostro estremo disappunto, è arrivata la mail della segreteria della Provincia per avvertire che la commissione era rimandata a data da destinarsi. Per noi tutto questo è un “giallo” e ne chiederemo conto in Consiglio con un interrogazione che ci dica quando verrà svolta la commissione e se intendono farla prima della pausa estiva, noi ci rendiamo già da adesso disponibili. L’apertura delle scuole è vicina e non osiamo immaginare i disagi che i cittadini dovranno affrontare a causa di questi lavori senza fine”.

martedì 20 luglio 2010

Nota semiseria di mezz'estate sulle dimissioni d'un assessore del Comune di Prato.

Ed eccoci qui, ad assistere non all'opera verdiana, beninteso, ma all'operetta, tutta pratese, tutta politichese, delle accuse di irregolarità da "principianti" tuonate da parte di chi, verso quella stessa tipologia di irregolarità -in modi e forme ben più gravi- s'era mostrato più che "esperto" in tolleranza quando si verificava in casa sua. Qualcuno avrebbe parlato di occhi, di pagliuzze e di travi. Ma gli andò maluccio e quindi meglio lasciar perdere.
Ma non c'è da meravigliarsi (né, tanto meno, da scandalizzarsi) più di tanto: è la prassi consolidata del politico di professione. Vorremmo forse accusare il cane d'abbiare, o l'asino di ragliare? Ma no... ci mancherebbe altro. A ognuno il suo: ai principianti della politica la possibilità d'incappare in errori da principianti e agli esperti della politica, ai professionisti seri dell'accattonaggio elettorale, quella d'infierire con cipiglio irsuto sugli errori del nemico.
Se questo vale per tutto il Gran Feudo Peninsulare, figuriamoci a Prato, terra di conquista per chiunque, venuto ad abitarci da lontano, si è potuto tranquillamente accomodare nelle stanze del governo della città, arrivando a diventarne primo cittadino prima e governatore dello stesso Granducato poi.
A Prato la professione di politico ha sempre pagato bene. Basta dotarsi dell'armamentario giusto: armi pesanti per gli avversari e coltelli corti e affilati per i nemici. Gli avversari sono, ovviamente, nei partiti della concorrenza. I nemici, invece, sono quelli che hai in casa.
Il politico di professione a Prato ha trovato per più di sessant'anni il suo Eldorado, la Terra Promessa, l'Eden, il Jannat Allah. A Prato, terra dell'inciucio, il patto di titanio fra lobbies ha garantito per decenni il comodato gratuito del Palazzo Comunale alle sinistre e affiliati, e l'accesso libero, vntiquattr'ore non-stop, alla stanza dei bottoni alle destre e accoliti.
Funzionava tutto così bene, allora. Una volta consacrato assessore potevi prendere la nuora e incardinarla come tua segretaria e nessuno avrebbe avuto nulla da dire.
E poi, le destre, cosa avevano da lamentarsi? Han sempre fatto tutto quello che volevano. Avevan proprio bisogno di vincerle, queste stramaledette votazioni? Per sessant'anni, quando era in vigore il patto di titanio, nessuno aveva messo i bastoni fra le ruote a nessuno. Tu dai un museo a me io svincolo i terreni a te. Do ut des, una mano lava l'altra e tutt'e due lavano il viso e, all'occorrenza tappano occhi, orecchi e naso, a seconda della bisogna.
I magistrati, poi, non hanno mai rotto le scatole a nessuno. Praticamente angeli. Hanno sempre avuto il loro bel da fare, a Prato, nell'occuparsi del saccheggio successivo alle cause fallimentari col giro di valzer di periti indaffarati a gestire immobili che passan di mano veloci come saette: prendi cento e paghi uno. Facciamo uno e mezzo, black and white, e siamo pari. Figuriamoci se avevano il tempo di occuparsi di cinesi, immigrazione clandestina, droga, prostituzione e bischerate del genere.
Insomma si stava tutti bene fino a quando è arrivato il Cenni a rompere gli zebedei. A tutti, nessuno escluso. E allora?
Allora vendetta, tremenda vendetta!
Attento Roberto. Attento al buffone...

lunedì 19 luglio 2010

"..sulla 325 prigionieri di un cantiere infinito"


VAIANO. Cresce l'insofferenza degli automobilisti, tanto più con queste temperature. Restare incolonnati sulla 325 è ormai un patimento quotidiano. Il consigliere comunale di Vaiano Libera e Sicura, Massimiliano Masi, e il consigliere provinciale Pdl Sergio Toccafondi tornano all'attacco del Comune di Vaiano e dell'amministrazione provinciale. «Il semaforo situato all'altezza delle Coste sulla statale 325 - osservano Masi e Toccafondi - continua a produrre code chilometriche nelle ore di punta. Il solito serpentone di macchine, i soliti clacson che suonano, le solite facce accaldate e scocciate degli automobilisti in fila. Ormai rassegnati ad attendere. Ma ancora per quanto? La domanda sorge spontanea, quando si vedono i lavori all'altezza dell'ingresso della Cartaia, fermi ormai da giorni, via Ferrata chiusa da ormai quasi un mese causa frana, e i lavori infiniti sulla pista ciclabile, fermi ormai da tempo, le trivellatrici in azione sul cantiere delle Coste, operanti in orario quasi da...ufficio. In consiglio comunale sollecitata sull'argomento il sindaco di Vaiano Annalisa Marchi ha parlato ancora di "qualche mese di attesa" per la riapertura di via Ferrata e della pista ciclabile, mentre di "non avere notizie aggiornate dalla provincia riguardo il cantiere della 325". Insomma, i soliti punti interrogativi, le solite risposte evasive e di circostanza». «Una situazione - proseguono - che sta penalizzando tutta la valle del Bisenzio, soprattutto le aziende tessili, ma anche tutti gli esercizi commerciali che nei mesi estivi erano tappa per molti avventori in arrivo da Prato al fresco serale della valle del Bisenzio e adesso scoraggiati dall'ipotesi della coda sulla statale 325». Vaiano Libera e Sicura presenterà una interrogazione sullo stato di avanzamento dei lavori e nella quale venga indicata una data di ultimazione degli interventi in modo da rendere edotti i cittadini che spesso risultano anche scarsamente informati. Allo stesso tempo anche il consigliere provinciale del Pdl Sergio Toccafondi, farà la stessa operazione in provincia in modo da sollecitare delle risposte sia in sede locale che in sede provinciale e anche per riportare all'ordine del giorno i disagi della valle del Bisenzio. C'è anche chi, come Mario Tognocchi, consigliere provinciale dell'Idv, cerca di trovare una soluzione alle code che si formano da Vernio verso Vaiano. «Si potrebbe far deviare le sole autovetture verso Gamberame su un percorso alternativo che passa da Faltugnano e fa superare tutto il blocco dei lavori sulla statale SS 325 fino a La Tignamica. Solo bus e camion proseguono sulla statale SS 325 in salita fino al punto di re-immisione delle autovetture poco prima de La Tignamica. Il semaforo diventa praticamente sempre verde (avendo tolto gli autoveicoli, in salita restano da far passare sulla statale SS 325 solo pochi mezzi pesanti e i residenti che si fanno passare con il semaforo programmato in poco tempo) e di conseguenza spariscono le file tanto in salita che in discesa».

fonte; Il Tirreno 18.07.2010

martedì 13 luglio 2010

L'Accoglienza, Chinatown e i Pratesi

Siamo d'accordo.
Non posso non essere d'accordo sulle linee di dottrina sociale e sulle indicazioni evangeliche contenute nel documento -bellissimo- della Diocesi di Prato sull'immigrazione.
Ma sono anche assolutamente convinto che il vero problema, almeno a Prato, non sia questo.

Da decenni a Prato l'immigrazione è vissuta come un fatto normalissimo.

Ad eccezione dei primi anni cinquanta, quando la popolazione era ancora legata a pregiudizi di ogni genere, non possiamo dire che a Prato il fenomeno dell'immigrazione abbia registrato casi di intolleranza o di pregiudizio.

Da cinquant'anni la cittadinanza pratese è multietnica.

I problemi di Prato oggi sono ben diversi da quelli evocati nel documento, e poco o nulla hanno a che fare con la dottrina dell'accoglienza. Sono problemi di criminalità. Una criminalità locale che si somma, e che a volte s'intreccia, con quella di parte della popolazione immigrata.

Per essere chiaro, e con tutto il rispetto, l'accoglienza, a mio parere, non c'entra un fico secco con i problemi che la città ha di fronte a sé oggi.

Oggi a Prato è vera e propria emergenza.
Quando sarà fatta pulizia della criminalità locale e d'importazione, ma solo allora, sarà possibile affrontare -e ritengo che non sarà un problema, tutto il discorso sotto un profilo che renda possibile ogni sviluppo in senso positivo. Ma sino al giorno in cui le bande di malfattori, lenoni, trafficanti di droga, strozzini, evasori totali d'ogni tassa, affittacamere senza scrupoli, immobiliaristi disonesti, capimafia cinesi e non, pratesi e non, continueranno a spadroneggiare indisturbati nel territorio, parlare di accoglienza equivarrà inevitabilmente a parlare di connivenza e complicità.

Occorre oggi essere inflessibili e rigorosi.

Non si tratta di giustizialismo, ma di giustizia. E la giustizia, mi preme sottolinearlo in questo contesto, è una delle quattro virtù cardinali che, insieme con la fortezza, la temperanza e prudenza, formano l'ossatura etico-morale di ogni persona perbene, cristiana o no.

"Icché c'entr'icculo..."

Mi torna a mente un vecchio apologo, che circolava nella piana quando ero ancora un bambino. Una volta c'era l'usanza, specie nelle chiese di campagna, di celebrare le cosiddette "quarant'ore". Le "quarant'ore" erano un ciclo di conferenze, o piuttosto di prediche, fatte generalmente da un frate (cappuccino, conventuale, domenicano etc.) che veniva da fuori, su invito del pievano. Qualcuno di questi frati "vagantes" era un po' troppo, come si dice dalle nostri parti, "svelto", e capitava talora che allungasse un po' troppo le mani sulle rotondità di qualche sposa campagnola bene in carne. Orbene si narra che una di queste spose, fatta oggetto di tali attenzioni un po' troppo laiche e audaci da parte del religioso, si rivolgesse inviperita al frate dicendogli "scusi eh, ma icché c'entr'icculo con le quarant'ore?". Adesso possiamo dire che c'entra proprio quanto c'entra la cultura dell'accoglienza con i problemi attuali dell'immigrazione a Prato...

Forse varrebbe la pena...

Forse varrebbe la pena, da cattolici, di cercare di condividere il dramma di quanti, pratesi e immigrati, patiscono le conseguenze della gestione di questo fenomeno che sino ad oggi è stata, a dir poco, scellerata. E per farlo seriamente bisogna "incarnarsi" nel problema, come ha fatto nostro Signore, e non continuare a vederlo come se fosse un fatto esterno. I cattolici, specie le associazioni come la Caritas e la San Vincenzo, solo per citare le prime due che mi vengono in mente, già hanno fatto e stanno facendo tanto per rendere più sopportabile le pene degli immigrati. Adesso che il Comune di Prato sta cercando di rendere meno insopportabile la vita dei pratesi che vogliamo fare, mettere i bastoni fra le ruote? Questo, davvero, mi par proprio poco cristiano...
Giacomo Fiaschi