mercoledì 5 gennaio 2011

su: "Il sindaco Cenni non può permettersi di ... "(OPPURE SI!?)

Pubblico volentieri il seguente articolo di Giacomo Fiaschi apparso su FB, non tanto per commentare il giudizio sulle vicende personale di Cenni imprenditore ma per sottolineare e condividere la critica all'atteggiamento del "massismo" esponente del Partito Democratico ovvero di quel Massimo Carlesi, sconfitto in campagna elettorale dal Cenni Sindaco, che si ostina senza tregua e senza pace a ripetere le medesime accuse ad una persona che, differentemente quanto lui pensi, proprio per la disavventura dell'azienda lo rende più vicino alla realtà dei pratesi, una realtà fatta di difficoltà economiche legate spesso al settore tessile.
Il "buon gusto", Carlesi lo ha doppiato in curva; un accanimento politicamente sbagliato e particolamente inopportuno.
francesco querci


di Giacomo Fiaschi
Carlesi se ne esce oggi con un comunicato delirante sul caso SoRi dove si legge, fra l'latro:

"Il sindaco Cenni non può permettersi di amministrare Prato con la stessa inefficienza mediante la quale ha portato a fondo il suo gruppo imprenditoriale, Sasch."

Vorremmo ricordare a Carlesi, che ormai sta annoiando il mondo intero col ripetere sempre la stessa fandonia, che la Sasch è un'azienda del settore tessile abbigliamento, la quale ha risentito della stessa crisi che ha travolto centinaia di aziende simili in tutta Europa.

E allora insistiamo anche noi nel ripetere sino alla nausea: il fatto che Roberto Cenni non si sia comportato come fanno gli imprenditori che fanno a linguino coi politici, cercando di gestire la crisi dietro le quinte con accordi sottobanco portati avanti con presidenti di Banche legati a doppio filo coi segretari di partito, dimostra semmai che è quella persona retta e onesta alla quale non a caso i pratesi hanno riconosciuto competenza e qualità per stare alla guida della città.

Ma Carlesi forse questo lo sa già e se n'impippa, com'è nel costume della morale del perfetto bancario al quale poco importa se il mondo intero crolla, se i suoi clienti falliscono e qualcuno s'infila la canna del gas in gola. Qualche imprenditore pratese lo ha fatto ma non mi risulta che nessun direttore di banca, che avrebbe ben meritato di farla, abbia fatto la stessa fine: quel che conta per loro è che i quattrini (in esclusivo nome dei quali chi dà lo stipendiuccio ai bancari opera) restino nelle casse e che le perdite le paghino i clienti. Lo sappiamo tutti e anche molto bene, e nessuno meglio di Carlesi potrebbe confermarlo.

E allora a Carlesi vorremmo ricordare ancora una volta che il Sindaco Cenni, proprio con la gestione della crisi della Sasch, avvenuta alla luce del giorno e cercando la miglior soluzione per dipendenti e terzisti, ha dimostrato d'essere la persona perbene che tutti noi stimiamo. Tutti tranne lui, Carlesi. Il quale con questa sua ossessiva ripetitività ci lascia legittimamente sospettare che nutra più simpatia per chi gestisce le crisi "alla pratese": strizzatine d'occhio a direttori di banca e intese sottobanco con curatori fallimentari e in tasca a chi perde tutto. C'è forse qualcuno che ha il coraggio di affermare che questo non sia avvenuto e non avvenga tuttora?

Ci chiediamo anche con quale faccia Massimo riesca a pronunciare discorsi del genere, proprio lui che è stato protagonista, nella giunta precedente, dello scempio d'una città che è stata ridotta dall'incapacità dei suoi amministratori ad essere lo zimbello del mondo intero.

Ma mi chiedo anche, e infine, come facciano gli amici del PD e della sinistra in generale, quelle persone oneste e perbene che hanno creduto nella possibilità di un sogno divenuto ormai incubo, a sopportare d'essere coinvolti in questo fango.

Mi chiedo cosa stiano aspettando a delegittimare questi esponenti di partito che, dopo aver fatto naufragare la città, tentano oggi di darle il colpo di grazia prolungando il malcostume di chi, anziché fare finalmente il proprio dovere e studiare soluzioni per un distretto che sta morendo anche per colpa sua, continua a giocare con la pelle dei cittadini.

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