La politica non si ferma il 15 Aprile.
Prendo spunto dall'articolo che ha sollevato un polverone nel Pdl.
Un candidato di Silvio dichiara ''Resto fascista e vado con il Cavaliere'.
Un candidato strappato a Storace che si affianca alla Mussolini e ad altri fra i più a destra in AN.
Ciò in una coalizione già sbilanciata per l'apparentamento alla lega, che di recente col suo capo ha dichiarato di tentare la via del federalismo per l'ultima volta attraverso le vie democratiche (!).
Qualcosa evidentemente non va!.
Quel qualcosa sta invero all'apice dei miei dubbi in quel volere dato per accettato e scontato circa l'esistenza di una formazione politica, che si ritrova sotto la sigla del PDL, nata da una esternazione del suo leader senza una costituente e senza dei congressi che ne fissassero scopo e valori di riferimeto: una sorte di cambiale in bianco che evidentemente non tutti sono disposti a sottoscrivere.
Si mi soffermo sul Pdl (tanto di più avrei da dire sul Pd, ma dal Pdl viene quel richiamo al voto utile e allora dico:
la politica non si ferma il 15 Aprile.
Quel distorto ( e in parte vigliacco) insistito richiamo al voto utile.
Il voto utile é quello dato secondo la prorpia libera coscienza, secondo i propri credo, secondo quel sentire che non tutto é riconducibile a quel "basta che non vinca la sinistra".
La nostra coscienza deve esigere qualcosa di più.
Non si può restare ancorati a stereotipi del passato, riciclati per l'occasione elettorale (mi riferisco al voto che fu contro il PC nell'era pre-tangentopoli; anche allora c'erano due forti schieramenti che si cofrontavano), ed allora quale novità, votare da una parte per non fare vincere l'altra?
Invero, nel 1994 tutti quelli che votarono Forza Italia , credevano nel suo progetto e oggi il richiamo al voto utile da parte del suo leader indica evidentemente la presenza di pesanti limiti programmatici e di coesione, già evidenziati dall'imbarazzo sui temi della ricerca scientifica e la tutela della vita.
Risvegliamo le coscienze e votiamo per un progetto secondo cui i moderati siano tali e che fortemente rivendichino il loro diritto ad identificarsi in uno schieramento che li traghetti attraverso il voto del 14 aprile, verso un periodo dal quale gli estremi rimangano agli estremi e il centro sia posto al centro della politica, forte e coeso, garante delle sfide di domani, senza le contraddizioni tuttora presenti nei due principali schieramenti, che ne compremetteranno il governo.
La politica non si ferma il 15 Aprile.
Un candidato di Silvio dichiara ''Resto fascista e vado con il Cavaliere'.
Un candidato strappato a Storace che si affianca alla Mussolini e ad altri fra i più a destra in AN.
Ciò in una coalizione già sbilanciata per l'apparentamento alla lega, che di recente col suo capo ha dichiarato di tentare la via del federalismo per l'ultima volta attraverso le vie democratiche (!).
Qualcosa evidentemente non va!.
Quel qualcosa sta invero all'apice dei miei dubbi in quel volere dato per accettato e scontato circa l'esistenza di una formazione politica, che si ritrova sotto la sigla del PDL, nata da una esternazione del suo leader senza una costituente e senza dei congressi che ne fissassero scopo e valori di riferimeto: una sorte di cambiale in bianco che evidentemente non tutti sono disposti a sottoscrivere.
Si mi soffermo sul Pdl (tanto di più avrei da dire sul Pd, ma dal Pdl viene quel richiamo al voto utile e allora dico:
la politica non si ferma il 15 Aprile.
Quel distorto ( e in parte vigliacco) insistito richiamo al voto utile.
Il voto utile é quello dato secondo la prorpia libera coscienza, secondo i propri credo, secondo quel sentire che non tutto é riconducibile a quel "basta che non vinca la sinistra".
La nostra coscienza deve esigere qualcosa di più.
Non si può restare ancorati a stereotipi del passato, riciclati per l'occasione elettorale (mi riferisco al voto che fu contro il PC nell'era pre-tangentopoli; anche allora c'erano due forti schieramenti che si cofrontavano), ed allora quale novità, votare da una parte per non fare vincere l'altra?
Invero, nel 1994 tutti quelli che votarono Forza Italia , credevano nel suo progetto e oggi il richiamo al voto utile da parte del suo leader indica evidentemente la presenza di pesanti limiti programmatici e di coesione, già evidenziati dall'imbarazzo sui temi della ricerca scientifica e la tutela della vita.
Risvegliamo le coscienze e votiamo per un progetto secondo cui i moderati siano tali e che fortemente rivendichino il loro diritto ad identificarsi in uno schieramento che li traghetti attraverso il voto del 14 aprile, verso un periodo dal quale gli estremi rimangano agli estremi e il centro sia posto al centro della politica, forte e coeso, garante delle sfide di domani, senza le contraddizioni tuttora presenti nei due principali schieramenti, che ne compremetteranno il governo.
La politica non si ferma il 15 Aprile.
Nessun commento:
Posta un commento