Centinaia di persone discutono per ore del destino di piazza Mercatale e gli amministratori della città disertano l'incontro: è la prova di una scarsa percezione di come sia profonda la preoccupazione di tanti pratesi, di ogni estrazione politica, sul futuro della città». Il consigliere regionale di Forza Italia Alberto Magnolfi (nella foto) è molto severo nei confronti del centrosinistra: «Il progetto del parcheggio - sostiene - è una trovata uscita all'improvviso dal cilindro, senza una seria verifica, senza nessun piano d'insieme per il centro: si è deciso che questa montagna di soldi vada comunque spesa, naturalmente con assegnazione diretta della realizzazione e della gestione ad una delle tante società totalmente controllate dalla politica.
Piazza Mercatale è solo l'ultima di una serie di decisioni «piovute dall'alto, non verificate, improvvisate, a cui per un motivo o per l'altro sembrava sempre che non si potesse dire di no, cominciando dall'ospedale: Troppo piccolo, localizzato male, ma c'era una gran fretta di dire di sì perché c'era un grande finanziamento da non perdere: e infatti, a distanza di cinque anni i miliardi ci sono, ma ancora non si riesce a spenderli per un inestricabile intreccio di appalti e ricorsi; né qualcuno si è ancora dato pena di spiegarci cosa ne sarà di quello vecchio, dove, tra l'altro, i lavori e le spese non sono mai finiti.
Non si poteva aprir bocca per non perdere futuri posti di lavoro: in questo modo è stata evitata ogni seria discussione su una scelta i cui effetti sull'assetto urbano saranno molteplici, macroscopici e non certo in senso positivo». Poi l'ex Banci: Si parla del raddoppio del polo espositivo, cosa ottima in sé, se non ci fosse il piccolo particolare che Firenze Fiera è in stato di agonia e che le categorie economiche di Firenze non ne vogliono sapere, mentre Martini tace, di spostare le mostre qui.
Comunque la si pensi su piazza Mercatale il risvegliarsi di un sentimento forte di appartenenza ad una comunità è motivo di speranza in un contesto di appannamento e di perdita di questi valori. La risposta che la politica è chiamata a dare è riacquistare, nelle scelte, il senso complessivo della visione della città. E mentre si discute del parcheggio di piazza Mercatale, quello del Serraglio, altra malinconica realizzazione di regime, resta semivuoto, insicuro e scarsamente accessibile. Forse più che i posti macchina - conclude - mancano le idee, la trasparenza delle scelte e la coerenza delle realizzazioni».
Piazza Mercatale è solo l'ultima di una serie di decisioni «piovute dall'alto, non verificate, improvvisate, a cui per un motivo o per l'altro sembrava sempre che non si potesse dire di no, cominciando dall'ospedale: Troppo piccolo, localizzato male, ma c'era una gran fretta di dire di sì perché c'era un grande finanziamento da non perdere: e infatti, a distanza di cinque anni i miliardi ci sono, ma ancora non si riesce a spenderli per un inestricabile intreccio di appalti e ricorsi; né qualcuno si è ancora dato pena di spiegarci cosa ne sarà di quello vecchio, dove, tra l'altro, i lavori e le spese non sono mai finiti.
Non si poteva aprir bocca per non perdere futuri posti di lavoro: in questo modo è stata evitata ogni seria discussione su una scelta i cui effetti sull'assetto urbano saranno molteplici, macroscopici e non certo in senso positivo». Poi l'ex Banci: Si parla del raddoppio del polo espositivo, cosa ottima in sé, se non ci fosse il piccolo particolare che Firenze Fiera è in stato di agonia e che le categorie economiche di Firenze non ne vogliono sapere, mentre Martini tace, di spostare le mostre qui.
Comunque la si pensi su piazza Mercatale il risvegliarsi di un sentimento forte di appartenenza ad una comunità è motivo di speranza in un contesto di appannamento e di perdita di questi valori. La risposta che la politica è chiamata a dare è riacquistare, nelle scelte, il senso complessivo della visione della città. E mentre si discute del parcheggio di piazza Mercatale, quello del Serraglio, altra malinconica realizzazione di regime, resta semivuoto, insicuro e scarsamente accessibile. Forse più che i posti macchina - conclude - mancano le idee, la trasparenza delle scelte e la coerenza delle realizzazioni».
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