riceviamo e pubblichiamo
di LAISA
{a fianco: Bandiera della Repubblica Romana del 1849
secondo il modello del Museo del Risorgimento di Milano}
La battaglia libertaria di Pannella e dei radicali ha ultimamente messo al centro della proria attenzione il rapporto tra Chiesa e Stato nel nostro paese. Il fatto in sé non ha nulla di strano perchè il dibattito su un tema come questo assume connotazioni senza dubbio peculiari nel Paese che “ospita” lo Stato Vaticano e il cui passato è da un paio di millenni legato, talvolta anche suo malgrado, a doppio filo con la storia della Chiesa e il cui presente è quello di un paese (si può dire?) di tradizione cristiana.
In effetti non c’è nulla di strano se non si osserva che quella di Pannella è una battaglia che assume i toni di una vera e propria crociata, termine che non scelgo a caso.
Ebbene, i dati tanto cari a Pannella e ai radicali sono irrilevanti, basta porsi un paio si semplici domande. Sono i media a dare risalto al Vaticano, oppure la Santa Sede riempie le redazioni di talpe pronte a dettare le linee dei giornali?
I vari cardinali e prelati, nel compiere la loro missione pastorale danno indicazioni di coscienza, che si ripercuotono su temi etici, ma a parte il complesso e interessante tema dell’etica cristiana nella politica, è il Vaticano che si insidia nelle aule del Parlamento? Come lo fa? Tramite politici compiacenti, magari ben pagati?O dietro minaccia di scomunica o Santa Inquisizione?
Perché nella storia dela Repubblica tutti i politici (dal ’94 perfino la sinistra ex comunista, con grande sprezzo del ridicolo), forse pannella escluso (ma ribadisco il forse), hanno fatto a gara nel corteggiare la Chiesa, sbandierando a destra e a manca i valori cristiani della tradizione, per cercare di non perdere, né a destra, né a sinistra, quei quattro democristiani utili a raccattare qualche consenso ulteriore per le maggioranze di turno?
L’elettorato, già. La popolazione, quella che va a votare e che, tra le altre cose, guarda anche la televisione.
I radicali dimenticano che in Italia non c’è soltanto la Chiesa. La Chiesa parla a tutti, ma parla soprattutto ai cattolici, i quali ahimè, sono vivi e vegeti, sono tanti, guardano la tv e forse sono un pubblico attento anche a quello che la Chiesa afferma. Chissà, forse pensano, perfino!.
Mi si obietterà che i praticanti sono in realtà quattro gatti, già però molti di più sono quelli che si pensano cattolici, o cristiani o che in qualche modo condividono quei valori e quelle opinioni e Pannella oggi sembra, tanta la sua rabbia, voler cancellare perché opposte alle sue.
E allora giù botte da orbi su quella Chiesa che pare fatta i strani cospiratori, che impongono la loro sgradita presenza non si sa più con quale potere deterrente, se non il semplice consenso.
La Chiesa dice e parla, è visibile, e dunque dov’ è lo scandalo? Se non avesse proprio quel consenso, bè sarebbe una minoranza e chissà se Pannella si batterebbe per la difesa del suo pensiero. Provate ad aprire la pagina web dei Radicali. Ci trovate un manifesto con la marcia non violenta contro il Concordato e gli sbalorditivi dati della presenza Vaticana in Italia, con tutta la querelle che ne è seguita.
Bene, per quel qualcuno a cui interessa farebbe piacere che sua visibilità mediatica della Chiesa rimanesse, e farebbe altrettanto piacere non essere considerato una sorta di mentecatto da una persona che si vanta di essere il grande libertario del Paese.
Sia ben chiaro, la Chiesa, in tutta questa polemica, non è una vittima e si difende bene da sola. Se però i Radicali continuano così, ci vuole un attimo a renderla tale.
P.s. ma quando Woijtila se ne andava in giro per il pianeta a lanciare anatemi contro il comunismo (facendo politica a livello internazionale e nemmeno tanto velatamente) i radicali dov’erano?
Laisa
di LAISA
{a fianco: Bandiera della Repubblica Romana del 1849
secondo il modello del Museo del Risorgimento di Milano}
La battaglia libertaria di Pannella e dei radicali ha ultimamente messo al centro della proria attenzione il rapporto tra Chiesa e Stato nel nostro paese. Il fatto in sé non ha nulla di strano perchè il dibattito su un tema come questo assume connotazioni senza dubbio peculiari nel Paese che “ospita” lo Stato Vaticano e il cui passato è da un paio di millenni legato, talvolta anche suo malgrado, a doppio filo con la storia della Chiesa e il cui presente è quello di un paese (si può dire?) di tradizione cristiana.
In effetti non c’è nulla di strano se non si osserva che quella di Pannella è una battaglia che assume i toni di una vera e propria crociata, termine che non scelgo a caso.
Il fatto è questo: i radicali rimproverano alla Chiesa di impicciarsi degli affari di Stato, di pilotare l’approvazione o meno di certe leggi, di essere irrimediabilmente presente nella vita del paese, trascurando di netto il proprio unico compito, quello pastorale.Nel corso della trasmissione Porta a Porta della corsa settimana, Pannella, con insolita veemenza, snocciolava dati a tutta Italia sulla esagerata presenza in Tv del Vaticano, che sembra imperare nei media con una frequenza e una intensità degna del Grande Fratello, almeno come quantità di ora trasmesse. Bene, non ho modo di contestare il dato, ma la rabbia di Pannella, e mi sembra proprio di aver visto rabbia nel corso del programma, mi appare sproprorzionata solo facendo un paio di considerazioni, peraltro anche abbastanza banali.
Ebbene, i dati tanto cari a Pannella e ai radicali sono irrilevanti, basta porsi un paio si semplici domande. Sono i media a dare risalto al Vaticano, oppure la Santa Sede riempie le redazioni di talpe pronte a dettare le linee dei giornali?
I vari cardinali e prelati, nel compiere la loro missione pastorale danno indicazioni di coscienza, che si ripercuotono su temi etici, ma a parte il complesso e interessante tema dell’etica cristiana nella politica, è il Vaticano che si insidia nelle aule del Parlamento? Come lo fa? Tramite politici compiacenti, magari ben pagati?O dietro minaccia di scomunica o Santa Inquisizione?
Perché nella storia dela Repubblica tutti i politici (dal ’94 perfino la sinistra ex comunista, con grande sprezzo del ridicolo), forse pannella escluso (ma ribadisco il forse), hanno fatto a gara nel corteggiare la Chiesa, sbandierando a destra e a manca i valori cristiani della tradizione, per cercare di non perdere, né a destra, né a sinistra, quei quattro democristiani utili a raccattare qualche consenso ulteriore per le maggioranze di turno?
L’elettorato, già. La popolazione, quella che va a votare e che, tra le altre cose, guarda anche la televisione.
I radicali dimenticano che in Italia non c’è soltanto la Chiesa. La Chiesa parla a tutti, ma parla soprattutto ai cattolici, i quali ahimè, sono vivi e vegeti, sono tanti, guardano la tv e forse sono un pubblico attento anche a quello che la Chiesa afferma. Chissà, forse pensano, perfino!.
Mi si obietterà che i praticanti sono in realtà quattro gatti, già però molti di più sono quelli che si pensano cattolici, o cristiani o che in qualche modo condividono quei valori e quelle opinioni e Pannella oggi sembra, tanta la sua rabbia, voler cancellare perché opposte alle sue.
E allora giù botte da orbi su quella Chiesa che pare fatta i strani cospiratori, che impongono la loro sgradita presenza non si sa più con quale potere deterrente, se non il semplice consenso.
La Chiesa dice e parla, è visibile, e dunque dov’ è lo scandalo? Se non avesse proprio quel consenso, bè sarebbe una minoranza e chissà se Pannella si batterebbe per la difesa del suo pensiero. Provate ad aprire la pagina web dei Radicali. Ci trovate un manifesto con la marcia non violenta contro il Concordato e gli sbalorditivi dati della presenza Vaticana in Italia, con tutta la querelle che ne è seguita.
Bene, per quel qualcuno a cui interessa farebbe piacere che sua visibilità mediatica della Chiesa rimanesse, e farebbe altrettanto piacere non essere considerato una sorta di mentecatto da una persona che si vanta di essere il grande libertario del Paese.
Sia ben chiaro, la Chiesa, in tutta questa polemica, non è una vittima e si difende bene da sola. Se però i Radicali continuano così, ci vuole un attimo a renderla tale.
P.s. ma quando Woijtila se ne andava in giro per il pianeta a lanciare anatemi contro il comunismo (facendo politica a livello internazionale e nemmeno tanto velatamente) i radicali dov’erano?
Laisa
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