lunedì 24 agosto 2009

sulla riforma sanitaria americana

Saluti dagli Stati Uniti. Mi trovo nel centro dello stato del Michigan, tre ore in auto a nord di Detroit. Nella tranquillita' di una cittadina americana di provincia scrivo due righe sperando che possano interessare.

L'argomento caldo per eccellenza e' la riforma federale dell'assistenza sanitaria. L'amministrazione Obama e' decisa ad introdurre l'assicurazione sanitaria obbligatoria per tutti cittadini.

Cio' significa costringere i circa 48 milioni di americani privi di qualsiasi forma di copertura sanitaria a sottoscrivere una polizza assicurativa obbligatoria. La riforma, se arrivera' in porto nella forma desiderata da Obama, introdurra' la scelta tra l'assicurazione pubblica gestita per conto del governo e le assicurazioni private. Allo stato attuale gli americani possono affidarsi unicamente al mercato delle assicurazioni mediche private che risulta costoso e selettivo. L'opzione pubblica sarebbe aperta potenzialmente a tutti i cittadini e prevederebbe prezzi piu' ragionevoli o calmierati, insieme ad un aumento della spesa pubblica. Si parla di un trilione di dollari di investimento in dieci anni.

Gli unici esempi di copertura sanitaria quasi universale negli Stati Uniti sono il programma in vigore nello Stato del Massachusetts ed il programma "Healty San Francisco" della citta' di San Franscisco in California. Entrambi sono stati introdotti negli ultimi due anni ed i primi risultati al vaglio delle agenzie competenti sono molto incoraggianti. I cittadini interessati possono accedere ad un costo sostenibile ad un esaustivo numero di prestazioni sanitarie.

Ad eccezione di questi esempi, a livello federale molti giovani preferiscono non sottoscrivere polizze assicurative private e prendono un rischio a loro avviso calcolato piuttosto che pagare alti premi per l'assicurazione mentre sono al college, sono in cerca di lavoro, o hanno dei lavori temporanei o poco remunerativi. In altri casi si tratta di famiglie che vivono sulla soglia della poverta' e sono cronicamente prive di assistenza sanitaria. Per i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato l'assicurazione sanitaria e' generalmente compresa trai benefits offerti dalle imprese sebbene cio' comporti un aumento dei costi operativi. Nei casi piu' socialmente delicati, le compagnie di assicurazione private negano la copertura ai malati cronici o ai soggetti con particolari malattie pregresse. Sono questi ultimi casi che spingono in special modo Obama ed i democratici ad intervenire tempestivamente.

Occorre tuttavia una precisazione. Non corrisponde al vero il contenuto di commenti superficiali secondo i quali negli Stati Uniti le persone verrebbero lasciate morire sulla strada nel caso siano prive di una carta di credito a copertura delle loro spese sanitarie. Oltre alle associazioni e alle fondazioni caritatevoli esistono "programmi" pubblici che forniscono l'assistenza sanitaria. Il programma federale "MedicAid" copre i cittadini americani che percepiscono un sostegno pubblico (welfare) o sono sotto una certa soglia di reddito. "MediCare" assiste i cittadini americani che hanno piu' di 65 anni e sono in pensione. Tuttavia cio' non e' sufficiente ed un numero significativo di medici non accetta pazienti coperti da MedicAid o MediCare per i compensi inferiori e la lunghezza dei rimborsi.

Il pericolo maggiore e' quello di trovarsi in bancarotta a causa della mancanza di una assicurazione sanitaria e dover ricominciare da capo la propria vita senza un soldo in tasca.

I motivi alla base della riforma sanitaria sono comprensibili elementi di equita', giustizia sociale, civilta' e rispetto della dignita' dei cittadini. Non e' pero' secondaria la volonta' di ridurre i costi della spesa sanitaria che stanno crescendo a ritmi preoccupanti e con loro i prezzi delle assicurazioni private.

Il governo si augura pertanto con la riforma un maggior controllo pubblico sugli eccessi delle lobby farmaceutiche e degli istituti sanitari privati e si augura che la competizione tra assicurazioni pubbliche e assicurazioni private possa contenere o far scendere in definitiva il costo complessivo della sanita'.

Il tema al centro del dibattito ha suscitato la fiera opposizione del partito repubblicano che nel tentativo di riorganizzarsi dopo la batosta elettorale di novembre ha subito compreso di trovarsi di fronte ad un campo fertile per rendere la vita difficile ai deputati democratici confidando nella diffidenza degli americani verso ogni tipo di intervento pubblico.

Nelle ultime settimane un numero crescente di Town Meetings - gli incontri periodici che i deputati hanno nei loro distretti elettorali- sono stati movimentati dalla presenza di sostenitori repubblicani che non hanno esitato a fischiare, interrompere, rendere impossibili gli interventi dei politici democratici del Congresso. Appare ormai evidente che queste attivita' facciano parte di una ragionata strategia di resistenza del partito repubblicano e dei gruppi piu' conservatrici, trai quali picca per attivismo il movimento anti tasse denominato "Tea Party", con chiaro riferimento alla sommossa antibritannica di Boston che fece da scintilla alla guerra di indipendenza americana.

Le ragioni di dissenso esposte piu' di frequente dai sostenitori repubblicani sono:

- l'opposizione ad un maggior intervento pubblico dello stato in economia e con cio' l'interferenza nel libero mercato delle assicurazioni sanitarie private.

- la penalizzazione delle assicurazioni private che nonostante i costi molto alti garantiscono un ottimo standard di prestazioni sanitarie.

- l'aumento del debito pubblico e quindi delle tasse.

- la restrizione della liberta' sulle scelte personali e l'obbligo di avere di una assicurazione sanitaria.

- la paura che le proprie tasse favoriscano la copertura delle spese di coloro che richiedono l'aborto.

- l'accesso diretto del governo ai conti correnti personali per il pagamento dell'assicurazione sanitaria.

- il pagamento delle spese sanitarie a cittadini considerati socialmente parassiti.

- l'estensione agli immigrati illegali dei benefits connessi alla riforma sanitaria e pagati dai contribuenti.


I democrati assicurano che i vantaggi complessivi della riforma sarebbero nettamente superiori ai sacrifici da sostenere e molte delle preoccupazioni deriverebbero da notizie non corrette messe in giro dai detrattori della riforma, e dagli influenti commentatori repubblicani.

Sull'ultimo punto i democratici hanno precisato che nessuna proposta di legge al vaglio del Congresso degli Stati Uniti prevede l'assicurazione sanitaria agli immigrati illegali.

Barack Obama da parte sua e' criticato da alcuni commentatori liberal per aver finora tenuto un profilo defilato rispetto ai lavori del Congresso invece di coinvolgere piu' direttamente il governo nelle negoziazioni come e' avvenuto per il sostegno al "pacchetto di stimolo all'economia" costato 700.000 miliardi di dollari. Sembra ormai un auspicio elettorale svanito quello di arrivare ad una legge bipartisan condivisa dai repubblicani.

I repubblicani non vogliono che il governo gestisca un programma di assicurazione pubblica, e sono disposti a concedere nelle negoziazioni solo la creazione di cooperative assicurative senza scopo di lucro. Nency Pelosi e i liberal democratici rispondono che non voteranno nessuna riforma che non preveda l'opzione per una assicurazione pubblica.

Il risultato da molti temuto e' che la riforma che il governo si e' impegnato a far votare prima della fine dell'anno presenti degli elementi di novita' troppo modesti. In quel caso sarebbe un successo per i repubblicani che in fondo gradiscono il mantenimento dell'attuale status quo.

Un saluto e a presto,
Damiano Baroncelli

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