L’Italia dei Valori di Prato ha coniato un nuovo proverbio: “Piove, centrodestra ladro”. Dopo giorni di responsabile silenzio, senza scendere a quel livello di bassa politica che spara sentenze sommarie basandosi su logiche di schieramento e non sui fatti, ritengo sia venuto il momento di esprimere l’opinione del Pdl pratese su quanto avvenuto la notte di Natale nella zona del Calice, ringraziando la Protezione civile per la professionalità dimostrata in una situazione eccezionale, i volontari coordinati dal Comune ed estendendo il ringraziamento agli assessori Mondanelli e Arrighini per il lavoro svolto. Ho consultato i tecnici dell’Autorità di bacino dell’Arno, i quali mi hanno confermato che l’apertura della cassa espansione di Ponte a Levanne è avvenuta verso le 4 di notte, e che se anche la decisione fosse stata presa due ore prima, questo non avrebbe scongiurato il cedimento dell’argine del Calice vicino al Ponte dei Bini. La conduzione tecnica dell’evento è stata dunque perfettamente in linea con la gestione di quel tipo di emergenza, perché l’apertura delle casse di espansione è considerata come l’ultima cartuccia da sparare solo e soltanto quando la piena raggiunge il suo picco massimo. E’ stata così scongiurata la tracimazione dell’Ombrone, che avrebbe provocato un disastro ben più grave. L’unico vero interrogativo resta sul perché non è stato dato l’ordine di evacuazione degli abitanti delle case che sono poi finite sott’acqua, una misura precauzionale che, col senno di poi, sarebbe risultata preziosa per scongiurare rischi alle persone, anche se, si è detto, nessuno poteva ragionevolmente prevedere il crollo dell’argine. E proprio lo stato degli argini dei nostri fiumi e torrenti è il vero punto dolente. In questo caso, la divisione dei compiti è chiara: la manutenzione ordinaria degli argini del Calice spetta al Consorzio di bonifica, quella straordinaria alla Provincia di Prato. Il Consorzio, con l’ausilio di alcuni tecnici dell’Autorità di bacino, ha svolto da settembre in poi un’accurata verifica sugli argini dei corsi d’acqua nel comprensorio pratese, e la relazione stilata proprio in questi giorni dà il quadro completo di tutti i tratti critici. Ebbene, proprio il tratto crollato nei pressi del Ponte dei Bini era considerato tra i più vulnerabili per la sua vetustà. La stima dei costi per mettere in sicurezza il Calice prevedeva, prima dell’evento di Natale, un importo complessivo di 76mila euro per gli interventi di manutenzione straordinaria, una cifra non certo esosa, mentre complessivamente per il comprensorio dell’Ombrone si stimavano necessari oltre 7 milioni di euro. Dopo l’alluvione, per i soli interventi strutturali sui corsi d’acqua del comprensorio tra cui Ombrone, Stella, Calice e Bardena occorre stanziare oltre un milione e mezzo.La riforma Matteoli, varata in recepimento della direttiva europea del 2000, prevede una drastica semplificazione, con un’unica autorità di distretto che assommi tutte le competenze ora sparse fra troppi soggetti per il governo della risorsa idrica. Ma nei due anni di governo Prodi, il ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio ha purtroppo bloccato tutto. Spetta dunque all’attuale governo varare rapidamente i decreti attuativi per rendere operativa la riforma. Il problema è il reperimento dei fondi necessari, anche per completare il sistema di casse di espansione, e in questo senso occorre uno sforzo comune di governo, Regione ed enti locali. Lo scaricabarile sulle responsabilità non porta invece da nessuna parte.
On. Riccardo Mazzoni
On. Riccardo Mazzoni
Coord. Prov.le PdL
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