martedì 15 dicembre 2009

primarie e preferenze: il grande "bluff"


L'esproprio del voto di preferenza persiste in ogni caso

Stupiscono in questi giorni le affermazioni del PD dirette a giustificare lo scippo agli elettori della preferenza al momento del voto, grazie alle primarie in vista delle regionali.

Il dato dell'affluenza parla chiaro; un dato misero (forse nemmeno tutti gli iscritti hanno votato)! che difatti chiarisce che la scelta dei nominativi è il risultato di una metodologia (a spese di tutti) interna ai partiti per chi dovrebbe correre alle elezioni, anzichè procedere con indicazioni provenienti dalla stessa dirigenza (come avviene negli altri partiti).
Le Segreterie, invece di imporre candidature le scelgono dunque attraverso le primarie: poi la parola agli elettori.
"Poi la parola agli elettori" manca e ne deriva che il procedimento democratico rimane strozzato nel momento più importante, allorchè scendono in campo gli elettori, che come l'esperienza di insegna, si interrogano sulle sclete elettorali nelle settimane che precedono il voto.
Cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia.

Elettori che quindi arrivano alle urne con i giochi comunque già fatti all'interno delle segreterie.
Le primarie risultano solo un metodo democratico (migliorabile) confinato nella fase prodromica delle elezioni.
Sicuramente meglio di altri partiti, ma decisamente insufficienti ed anzi menzoniere allorchè le si voglia mascherare da qualcosa a cui nemmeno lontanamento assomigliano.

In un Paese come il nostro, contraddistinto dalla presenza dei partiti , solo lavorando sulla democraticità interna di essi ( come del resto previsto dalla Costituzione) e sulla reintroduzione del voto di preferenza, si potrà trovare l'equillibrio con l'elettorato, chiamato a scegliere comunque su indicazioni dei partiti.
(Il richiamo ad esperienze di oltre oceano sono ridicole; si sta parlando di sistemi, come quello in USA, privo dei partiti, dove tutto si gioca sulle primarie mediante azione dei movimenti createsi ad hoc)

Dunque, il PD non venda aria fritta all'elettorato!
Sul voto di preferenza resta l'indignazione per una legge regionale, così come voluta dal PD e dal PDL, che resta iniqua e che ci fa pure pagare le spese per le primarie interne di un partito.
Perchè i Signori della politica temono tanto la preferenza?
Francesco Querci
Consigliere Provinciale Udc

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