SADRO CIARDI HA SCRITTO:
In attesa che la Corte Costituzionale si pronunci sui quesiti posti dalla Corte d'Appello di Cagliari in merito al Referendum sulla Legge Statutaria, vi è “l'urgenza di approvare una modifica dello Statuto che porti a 60 il numero dei Consiglieri regionali ed evitare il pericolo di vederlo crescere oltre i 100 alle prossime elezioni nel caso ci sia un distacco minimo fra i due candidati principali”. Lo ha sottolineato il presidente della Regione, Renato Soru, parlando, con l'assessore delle Riforme, Massimo Dadea, del rinvio degli atti del referendum alla Consulta. Il Presidente ha ribadito che le modifiche allo Statuto sardo ed alla legge elettorale non partiranno “da iniziative della Giunta”, ma sono prerogative che eserciterà autonomamente l'Assemblea sarda. L'assessore Dadea ha osservato che, però, “la Giunta non farà mancare il suo supporto alla riscrittura dello Statutob e della Legge elettorale”. Intanto il comitato per lo Statuto dice: “la Statutaria è morta”.
CAGLIARI - La decisione della Corte d'Appello di Cagliari di rinviare gli atti del Referendum sulla Legge Statutaria alla Corte Costituzionale è “una decisione condivisibile e che accettiamo serenamente”, ha detto Renato Soru. Secondo il capo dell'Esecutivo regionale “i giudici non bloccano Soru, come qualcuno ha detto e scritto, ma una legge del Consiglio Regionale”, chiedendo alla Consulta di “derimere una poca chiarezza legislativa che nasce da una legge del 1957, che sarebbe in contrasto con l'articolo 108 della Costituzione, e di chiarire se la legge del 2002, scritta dal centrodestra e che richiama quella del 1957, è coerente con lo Statuto della Sardegna del 1948 che ha rango costituzionale”.
Per Soru “la Giunta ed il Consiglio hanno fatto il proprio dovere, portando avanti con la maggioranza il programma di governo presentato agli elettori in termini di riforme e continueranno a farlo a partire dalla modifica della legge 1 del 1977 sul riordino della Regione e anche con la Finanziaria di quest'anno per quanto riguarda i consorzi industriali”. “Se ci sarà una bocciatura delle legge Statutaria da parte della Corte Costituzionale - ha detto Dadea - il processo di riforma sarebbe seriamente compromesso e in parte rallentato”.
“E' certo al mille per mille. La legge statutaria è morta”. Cosi' Benedetto Ballero del Comitato per il No, ora trasformato in Comitato per lo Statuto ha, invece,commentato i riflessi della decisione della Corte d'Appello del capoluogo. Non sono mancate le contestazioni al presidente della Regione, Renato Soru, e all'assessore degli Affari Generali, Massimo Dadea. “E' evidente la scarsa cultura istituzionale”, ha aggiunto Ballero ribadendo che, sul “referendum approvativo l'atto legislativo si perfeziona solo dopo il voto popolare che, quindi, si deve aggiungere a quello assembleare”. In base a questa valutazione il Comitato ha precisato che “non è vero che il 10% dei sardi vuole respingere la statutaria, bensì che è solo il 5% a volerla in vigore”.
Per il futuro gli obiettivi diventano quelli di rifare la legge, tenendo presenti i tempi tecnici della Consulta (almeno un anno), di pensare alla riscrittura dello Statuto e ad alcune modifiche al sistema. Ad esempio: evitare che le dimissioni del Presidente della Giunta possano far decadere il Consiglio regionale; stabilire elezioni non contestuali; ridurre il numero dei Consiglieri. Gianni Contu ha detto che ”la statutaria va rifatta con criteri più corretti” e che “è falso che senza questo provvedimento si cade nel caos amministrativo”. A nome del parallelo Comitato “Statutaria? No grazie”, Giacomo Meloni ha aggiunto che le riforme vanno comunque realizzate con le “pratiche democratiche di partecipazione, stabilendo pesi e contrappesi capaci di esercitare il controllo del potere”.
In attesa che la Corte Costituzionale si pronunci sui quesiti posti dalla Corte d'Appello di Cagliari in merito al Referendum sulla Legge Statutaria, vi è “l'urgenza di approvare una modifica dello Statuto che porti a 60 il numero dei Consiglieri regionali ed evitare il pericolo di vederlo crescere oltre i 100 alle prossime elezioni nel caso ci sia un distacco minimo fra i due candidati principali”. Lo ha sottolineato il presidente della Regione, Renato Soru, parlando, con l'assessore delle Riforme, Massimo Dadea, del rinvio degli atti del referendum alla Consulta. Il Presidente ha ribadito che le modifiche allo Statuto sardo ed alla legge elettorale non partiranno “da iniziative della Giunta”, ma sono prerogative che eserciterà autonomamente l'Assemblea sarda. L'assessore Dadea ha osservato che, però, “la Giunta non farà mancare il suo supporto alla riscrittura dello Statutob e della Legge elettorale”. Intanto il comitato per lo Statuto dice: “la Statutaria è morta”.
CAGLIARI - La decisione della Corte d'Appello di Cagliari di rinviare gli atti del Referendum sulla Legge Statutaria alla Corte Costituzionale è “una decisione condivisibile e che accettiamo serenamente”, ha detto Renato Soru. Secondo il capo dell'Esecutivo regionale “i giudici non bloccano Soru, come qualcuno ha detto e scritto, ma una legge del Consiglio Regionale”, chiedendo alla Consulta di “derimere una poca chiarezza legislativa che nasce da una legge del 1957, che sarebbe in contrasto con l'articolo 108 della Costituzione, e di chiarire se la legge del 2002, scritta dal centrodestra e che richiama quella del 1957, è coerente con lo Statuto della Sardegna del 1948 che ha rango costituzionale”.
Per Soru “la Giunta ed il Consiglio hanno fatto il proprio dovere, portando avanti con la maggioranza il programma di governo presentato agli elettori in termini di riforme e continueranno a farlo a partire dalla modifica della legge 1 del 1977 sul riordino della Regione e anche con la Finanziaria di quest'anno per quanto riguarda i consorzi industriali”. “Se ci sarà una bocciatura delle legge Statutaria da parte della Corte Costituzionale - ha detto Dadea - il processo di riforma sarebbe seriamente compromesso e in parte rallentato”.
“E' certo al mille per mille. La legge statutaria è morta”. Cosi' Benedetto Ballero del Comitato per il No, ora trasformato in Comitato per lo Statuto ha, invece,commentato i riflessi della decisione della Corte d'Appello del capoluogo. Non sono mancate le contestazioni al presidente della Regione, Renato Soru, e all'assessore degli Affari Generali, Massimo Dadea. “E' evidente la scarsa cultura istituzionale”, ha aggiunto Ballero ribadendo che, sul “referendum approvativo l'atto legislativo si perfeziona solo dopo il voto popolare che, quindi, si deve aggiungere a quello assembleare”. In base a questa valutazione il Comitato ha precisato che “non è vero che il 10% dei sardi vuole respingere la statutaria, bensì che è solo il 5% a volerla in vigore”.
Per il futuro gli obiettivi diventano quelli di rifare la legge, tenendo presenti i tempi tecnici della Consulta (almeno un anno), di pensare alla riscrittura dello Statuto e ad alcune modifiche al sistema. Ad esempio: evitare che le dimissioni del Presidente della Giunta possano far decadere il Consiglio regionale; stabilire elezioni non contestuali; ridurre il numero dei Consiglieri. Gianni Contu ha detto che ”la statutaria va rifatta con criteri più corretti” e che “è falso che senza questo provvedimento si cade nel caos amministrativo”. A nome del parallelo Comitato “Statutaria? No grazie”, Giacomo Meloni ha aggiunto che le riforme vanno comunque realizzate con le “pratiche democratiche di partecipazione, stabilendo pesi e contrappesi capaci di esercitare il controllo del potere”.
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