venerdì 11 luglio 2008

Eluana o Non Eluana, questo é il problema

Pubblico ritenendo rilevante, grave e momento di riflessione per tutti noi, un documento pervenutomi dal "Comitato Verità e Vita"
Francesco Querci


Torna la pena di morte: Eluana può essere uccisa

"comitato verità e vita"

Ottobre 2007: il Parlamento cancella definitivamente la pena di morte dal sistema giuridico italiano. Luglio 2008: i Giudici della Repubblica pronunciano la prima condanna a morte.
La Corte d’Appello di Milano, sulla scia della pronuncia della Cassazione di alcuni mesi fa, ha statuito: Eluana Englaro può essere uccisa. Ma di quali colpe si è macchiata questa giovane donna che tanti vogliono morta? Di essersi rifiutata di morire spontaneamente dopo l’incidente stradale che la portò al coma e poi ad uno stato vegetativo persistente? Di avere confidato alle amiche e a scuola – lei, piena di vita, giovane, sconvolta dalla visita ad un amico in coma dopo un incidente – che avrebbe preferito morire piuttosto che rimanere attaccato ad un tubo? Di avere un padre che non riesce a sopportare la vista della figlia malata?
Ma – diranno in molti - la pronuncia è giusta: è stata lei a chiedere di morire, il padre agisce come tutore, fa rispettare la sua volontà …
Noi sappiamo che queste argomentazioni, emotivamente persuasive, sono irricevibili dalla ragione umana. Non possiamo tacere: questa sentenza è un altro passo decisivo verso questo “progresso” che, per molti, significa soltanto la possibilità di uccidere le altre persone.
Questa volta la decisione di uccidere non è stata riservata ad una “scelta privata” (come nell’aborto), non discende dal ricorso a tecniche particolari autorizzate dalla legge (come nella fecondazione artificiale), non è stata procurata da un medico dopo che l’interessato aveva gridato a tutti di voler essere ucciso (come nel caso Welby); oggi sono stati i giudici a stabilire che una donna adulta, che non è in stato terminale, non deve più essere nutrita e curata, ma deve essere lasciata morire.
I giudici italiani discriminano ....... (vai all'articolo completo)

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