martedì 27 gennaio 2009

LA CITTA’ CHE SI TRASFORMA (su 38-1)

Contributo all’incontro promosso dal gruppo 38-1

Le Varianti al PGR di Secchi su: Piano strutturale,regolamento urbanistico,aprono in città un dibattito che noi speriamo veramente partecipato sulla Città che vorremmo.
I limiti ormai da tutti riconosciuti del PRG di Secchi ,che pur cercando una visione d’insieme ,ha di fatto immobilizzato lo sviluppo della città,impedendo un recupero di aree produttive e residenziali secondo la domanda che il mercato e le necessità richiedevano,ed isolato di fatto il centro dell’area metropolitana quale è Prato non riuscendo a prevedere strumenti di collegamento tra la singolarità urbana ,da Secchi proposta in modo errato come la Città-fabbrica,e le aree contigue di Firenze e Pistoia.
Una visione limitata che non ha previsto infrastrutture di collegamento e mobilità e che al contempo non ha permesso una trasformazione diversificata rispetto al manufatturiero tessile ,prevedendo piani di recupero per aree limitate,secondo standard pianificati in modo uniforme,che da una parte non hanno permesso interventi veramente importanti ed innovativi per il marketing territoriale,e che hanno penalizzato anche la progettazione,perché si è dovuto pensare secondo obsoleti regolamenti urbanistici la realizzazione di edifici residenziali e produttivi che il mutamento della città avrebbe richiesto più adeguati e degni di arredo. Difendendo la Città-fabbrica si è imprigionato la città in un decadimento programmato.Il resto lo ha fatto la crisi economica.
Ma siamo a domandarci : La crisi in cui versa la città è la causa o l’effetto del decadimento abitativo ,produttivo,decisionale? Come si pone il gruppo 38-1 sul piano Secchi? La nuova variante non avvantaggerà,ma anzi perseguirà le rendite fondiarie,come se negli ultimi 60 anni prato fosse stata amministrata da politiche diverse. La necessità di un Nuovo Piano strutturale ,e di una revisione del regolamento urbanistico che leghino in un percorso continuo con controlli di verifica formazione dei modelli di pianificazione e gestione,attuando davvero le aspettative del Piano Strategico,le criticità nell’attuazione di recupero degli edifici produttivi,il ritardo nell’attuazione di strutture di Servizio, rimangono solo intenzioni ormai, nelle possibilità di questa Amministrazione. Noi non pensiamo che La Variante sulla Declassata per Il Polo Espositivo,ormai la Madre di ogni intenzione di revisione urbanistica,
Nonostate la si voglia camuffare come una variante di trasformazione della città è soltanto invece un intervento su un’area grande ma poi non così grande 40.000 mq che potrebbe diversificare ma certamente non incidere sulle vere necessità urbanistiche.Il dibattito urbanistico pro e contro non può limitarsi a questo.
La scelta della variante per la Multisala fatta in extremis dalla precedente Amministrazione almeno aveva trovato se non l’unanimità almeno il consenso di una gran parte della città ,dibattuta tra il buono ed il cattivo,tra la qualità dell’intervento ed il peso di ricaduta.Quella scelta non era però in modo dignitoso contrabbandata come la CITTà CHE SI TRASFORMA.
Ora non vorremmo che nella fretta di creare un polverone intorno ad una scelta importante,ma una,ci si dimenticasse che quell’intervento non può risolvere i problemi del centro storico,i problemi di un piano di edilizia economica e popolare per migliaia di nuovi,residenti,la soluzione di problemni urbanistici sollevati da comitati civici spontanei.C’è bisogno più che di interventi faraonici di un percorso continuo più vicino ad una realtà che si trasforma,di quelle piccole cose che fanno vivibile e bella una città per i suoi cittadini e per chi ha voglia su questa di scommettere ed investire.
E che dire sul dimezzamento delle volumetrie industriali :non si può accettare in modo automatico questa linea ; negli interventi di recupero a volte bisognerebbe salvaguardare l’unità degli edifici secondo logiche progettuali procedendo secondo i casi di intervento.
Uno degli aspetti oscuri del procedimento per la variante rimane la partecipazione dei cittadini alle scelte sul recupero degli spazi e degli edifici.Al momento è previsto un garante della comunicazione Urbanistica,e la Regione sta varando una legge sulla partecipazione farraginosa ma potenzialmente utile,ma costruire scelte in base ai valori durevoli che la comunità della citta vuole difendere in primis vuol dire sapere ascoltare davvero.
E’ certamente interessante che un gruppo di architetti e non identificati nella sigla 38-1 cominci a diversificarsi in modo netto,scegliendo di fatto un’alternativa politica a questa amministrazione in tema di PRG,ma non siamo ipocriti,alcuni dei firmatari contribuirono e non poco alla costruzione del Piano Secchi,molti condivisero quelle scelte.
Se noi accettiamo le critiche alle varianti,e condividiamo il recupero delle frazioni,e la valorizzazione del Centro storico,non possiamo valutare la concertazione certamente come strumento inconcludente e dubitiamo che l’Agenzia strategica Prato almeno come la si legge dai comunicati stampa possa essere lo strumento per un piano diverso.
Se condividiamo le critiche una maggior trasparenza sulle municipalizzate,e la proposta a sciogliere il distretto partallelo cinese attraverso una vera integrazione nel mercato secondo regole e programmi comuni,vorremmo chiarezza sul rapporto tra maggioranza ed opposizione,sul ruolo del Comune e della Provincia e della Regione.
Noi cerchiamo di dialogare con la società civile di cui siamo parte come cittadini proponendosi però anche come partito politico.
Il pericolo che nuovi profeti,che hanno da sempre condiviso ed utilizzato linee politiche della sinistra ,oggi si propongano per attirare come nella favola del Flautaio magico di Andersen le nuove generazioni aggregatesi nei Comitati spontanei cittadini,ci rende
Propensi ad evitare facili entusiasmi.Non vorremmo finire tutti affogati come i topolini della favola.
Agli amici di 38-1 : Siete disposti a ripensare il Piano Secchi e la sua visione della città fabbrica,siete disposti a rivedere l’assetto del Macrolotto 2,siete disposti a pensare collegamenti viari nuovi e nella provincia e nell’area nord di Cantagallo e Vernio ?
Siamo preparati al confronto.

Enrico Mencattini segretario Provinciale UDC

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