La rendita fondiaria può essere combattuta solo se la società pratese torna ad essere “società della produzione e del commercio”, anziché della finanza e dell’allocazione immobiliare delle forti ed ingenti somme di denaro di cui il territorio pratese ancora dispone. Il numeroso patrimonio immobiliare lasciato in eredità dalle generazioni che ci hanno preceduto è da riconoscere come “bene comune”, che difficilmente può essere inteso come merce di scambio con la rendita. Inoltre, la rendita non produce ricchezza sociale, ma solo benefici individuali e consumi, senza investimenti economici capaci di reggere alle crisi. Un modo per preservare la memoria e la ricchezza immobiliare è allora vedere in queste “archeologie industriali” dei veri e propri contenitori, capaci di accogliere “Progetti culturali” ad alto valore scientifico, tecnologico, artistico, sociale (scuole della sperimentazione, centri di ricerca e delle arti multimediali, fondazioni culturali, social housing etc.).
La Provincia, tramite l’Università e le Fondazioni e con la partecipazione delle altre Amministrazioni, si può far garante di una riconversione ad alto valore economico (tecnologico e scientifico) di alcuni dei più significativi immobili dismessi rimasti ancora nell’area pratese.
La Provincia, tramite l’Università e le Fondazioni e con la partecipazione delle altre Amministrazioni, si può far garante di una riconversione ad alto valore economico (tecnologico e scientifico) di alcuni dei più significativi immobili dismessi rimasti ancora nell’area pratese.
Nessun commento:
Posta un commento