Il "rigenerato" e il "recupero" degli scarti dei processi produttivi tessili possono essere la base di una "green economy" pratese.
Come già dimostra "Manifattura di Maiano" (Campi Bisenzio), già presente al SAIE (la fiera dell'edilizia italiana), la realizzazione di una "linea" produttiva ad hoc per materiali edili, fono e termo isolanti bio-comapatibili, a Prato è percorribile. Si tratta di dar vita ad una “filiera tessile” che, dal recupero dei propri scarti e da quelli del rigenarato, possa stimolare il know-how specifico verso il settore edile.
L'ultimo convegno promosso dal Museo del Tessuto di Prato, tenutosi pochi giorni or sono all’interno dell’attuale mostra “Green trends, ricerca e innovazione nei tessuti ecosostenibili”, mostra come la classe industriale pratese sia già predisposta a fare un salto di qualità verso la sosteniblità dei propri processi produttivi (e dei propri prodotti industriali) e come alcune delle migliori ditte del nostro distretto, da alcuni anni, si siano già mosse nel campo dell’eco-sostenbilità dei processi industriali per cultura propria.
La Provinica, secondo il nostro programma già reso pubblico, in maniera sussidiaria e non forzosa, tanto meno “concertativa”, si può far garante, tramite studi ed accordi sia con l'Unione Industriale Pratese che con l'Istituto Nazionale di Bio-Architettura (INBAR), mediante la stessa partecipazione attiva del CREAF, dell'incentivazione economica di queste linee di produzione "eco-sostenibili" e dell'incentivazione all'uso dei prodotti edili eco-sostenbili nei comuni dell'area pratese (tramite accordi specifici con le municipalità per armonizzare e semplificare i “regolamenti” edilizi ed urbanistici vigenti).
Per questo lo stimolo ad una "green economy" pratese con tanto di marchio e di salvaguardia del prodotto, come auspicato da più parti, non può altro che partire dal nostro "tessuto" produttivo tipico, stimolare la ricerca, trovare accordi a livello nazionale (es. con il già citato Istituto Nazionale di Bio-Architettura già fondato da Ugo Sasso) ed infine affiancare un'attività di investimento in semplificazione normativa rivolta al territorio, mantenendo alto lo “sforzo” in cultura.
Nel nostro programma, esattamente per dare sostanza e serietà alla nostra attenzione verso il “territorio” pratese e verso le sue specificità – non solo di carattere “tessile” - abbiamo investito principalmente in “cultura” con forti ricadute sul territorio.
Questo, la costituzione appunto di una “filiera tessile del rigenerato e del recupero degli scarti”, anche a fini edilizi, è solo un esempio. Altro può essere la costituzione di una filiera “del riciclo e del recupero dei rifiuti” - rifiuto come bene “materiale” ed “economico” – per abbandonare la via dei termovalorizzatori; e su questo ci siamo già espressi chiaramente per ipotesi simili a Vedelago che non prescindono dalla realizzazione di una discarica industriale per l’umido quale si è venuta a realizzare a Peccioli a livello di area metropolitana.
Come già dimostra "Manifattura di Maiano" (Campi Bisenzio), già presente al SAIE (la fiera dell'edilizia italiana), la realizzazione di una "linea" produttiva ad hoc per materiali edili, fono e termo isolanti bio-comapatibili, a Prato è percorribile. Si tratta di dar vita ad una “filiera tessile” che, dal recupero dei propri scarti e da quelli del rigenarato, possa stimolare il know-how specifico verso il settore edile.
L'ultimo convegno promosso dal Museo del Tessuto di Prato, tenutosi pochi giorni or sono all’interno dell’attuale mostra “Green trends, ricerca e innovazione nei tessuti ecosostenibili”, mostra come la classe industriale pratese sia già predisposta a fare un salto di qualità verso la sosteniblità dei propri processi produttivi (e dei propri prodotti industriali) e come alcune delle migliori ditte del nostro distretto, da alcuni anni, si siano già mosse nel campo dell’eco-sostenbilità dei processi industriali per cultura propria.
La Provinica, secondo il nostro programma già reso pubblico, in maniera sussidiaria e non forzosa, tanto meno “concertativa”, si può far garante, tramite studi ed accordi sia con l'Unione Industriale Pratese che con l'Istituto Nazionale di Bio-Architettura (INBAR), mediante la stessa partecipazione attiva del CREAF, dell'incentivazione economica di queste linee di produzione "eco-sostenibili" e dell'incentivazione all'uso dei prodotti edili eco-sostenbili nei comuni dell'area pratese (tramite accordi specifici con le municipalità per armonizzare e semplificare i “regolamenti” edilizi ed urbanistici vigenti).
Per questo lo stimolo ad una "green economy" pratese con tanto di marchio e di salvaguardia del prodotto, come auspicato da più parti, non può altro che partire dal nostro "tessuto" produttivo tipico, stimolare la ricerca, trovare accordi a livello nazionale (es. con il già citato Istituto Nazionale di Bio-Architettura già fondato da Ugo Sasso) ed infine affiancare un'attività di investimento in semplificazione normativa rivolta al territorio, mantenendo alto lo “sforzo” in cultura.
Nel nostro programma, esattamente per dare sostanza e serietà alla nostra attenzione verso il “territorio” pratese e verso le sue specificità – non solo di carattere “tessile” - abbiamo investito principalmente in “cultura” con forti ricadute sul territorio.
Questo, la costituzione appunto di una “filiera tessile del rigenerato e del recupero degli scarti”, anche a fini edilizi, è solo un esempio. Altro può essere la costituzione di una filiera “del riciclo e del recupero dei rifiuti” - rifiuto come bene “materiale” ed “economico” – per abbandonare la via dei termovalorizzatori; e su questo ci siamo già espressi chiaramente per ipotesi simili a Vedelago che non prescindono dalla realizzazione di una discarica industriale per l’umido quale si è venuta a realizzare a Peccioli a livello di area metropolitana.
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