In una situazione diversa, dall'attuale di città in crisi, sarebbe una buona proposta quella di unificare - in un unico assessorato - tre deleghe quali l'urbanistica, le infrastrutture e i lavori pubblici, ma la proposta porta con sé due errori di fondo non irrilevanti...
Il primo sarebbe quello di creare un assessorato con un potere sproporzionato sia rispetto al Sindaco che ad un giusto bilanciamento di pesi e contrappesi fra gli altri assessori.
Il secondo sarebbe aggravare i problemi della città, in quanto - soprattutto oggi - i problemi di fondo che abbiamo non si risolvono "accentrando" potere, ma lavorando "interdisciplinarmente". Non a caso l'Amministrazione uscente ha perso le elezioni essendosi resa sorda per più di due anni alla società civile (basti la lezione data dai comitati cittadini e dal meet-up di Beppe Grillo).
Una proposta, al contrario, che potrebbe essere lanciata al neo-eletto Sindaco di Prato potrebbe essere quella di tenersi la delega all'urbanistica, cosituendo al contempo un consiglio di "saggi" che lo affianchi per l'analisi e le proposte risolutive relative ai principali problemi della città, quali ad esempio: un piano per il rilancio del Centro Storico, la revisione del Piano Strutturale (e delle varianti relative alla Declassata e all'Area Ex-Banci), un nuovo modello di sviluppo sostenibile della città, l'armonizzazione della normativa esistente, un più diretto rapporto con il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia, l'incentivazione al recupero (restauro, risanamento e ristrutturazione edilizia in primis), in fine, il rilancio del primato dell'abitare e del lavoro (anche edile) sulla rendita fondiaria etc.
In un periodo sufficientemente breve - alcuni mesi - il Sindaco neo-eletto potrebbe così ricostituire i rapporti sfilacciati con la società civile e, non ultimo, presentare alla Città un "piano" integrato e organico per il suo rilancio complessivo.
La risposta ai problemi della città non arriverà dalle deleghe in bianco con superpoteri, ma potenziando saperi e interdisciplinareità.
Filippo Boretti
Il primo sarebbe quello di creare un assessorato con un potere sproporzionato sia rispetto al Sindaco che ad un giusto bilanciamento di pesi e contrappesi fra gli altri assessori.
Il secondo sarebbe aggravare i problemi della città, in quanto - soprattutto oggi - i problemi di fondo che abbiamo non si risolvono "accentrando" potere, ma lavorando "interdisciplinarmente". Non a caso l'Amministrazione uscente ha perso le elezioni essendosi resa sorda per più di due anni alla società civile (basti la lezione data dai comitati cittadini e dal meet-up di Beppe Grillo).
Una proposta, al contrario, che potrebbe essere lanciata al neo-eletto Sindaco di Prato potrebbe essere quella di tenersi la delega all'urbanistica, cosituendo al contempo un consiglio di "saggi" che lo affianchi per l'analisi e le proposte risolutive relative ai principali problemi della città, quali ad esempio: un piano per il rilancio del Centro Storico, la revisione del Piano Strutturale (e delle varianti relative alla Declassata e all'Area Ex-Banci), un nuovo modello di sviluppo sostenibile della città, l'armonizzazione della normativa esistente, un più diretto rapporto con il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia, l'incentivazione al recupero (restauro, risanamento e ristrutturazione edilizia in primis), in fine, il rilancio del primato dell'abitare e del lavoro (anche edile) sulla rendita fondiaria etc.
In un periodo sufficientemente breve - alcuni mesi - il Sindaco neo-eletto potrebbe così ricostituire i rapporti sfilacciati con la società civile e, non ultimo, presentare alla Città un "piano" integrato e organico per il suo rilancio complessivo.
La risposta ai problemi della città non arriverà dalle deleghe in bianco con superpoteri, ma potenziando saperi e interdisciplinareità.
Filippo Boretti
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