Claudio Martini (presidente regione toscana) partecipa alla trasmissione " Vasco De Gama" Condotta da Dario Vergassola e David Riondino in diretta RADIODUE:
Festival dell'Economia: un confronto tra regionalismi, cultura locale e globale.
Questa mattina, passeggiando per Prato, mi sono avvicinato allo stand dove stava esibendosi un euforico Claudio Martini, accompagnato da un bravo Vergassola i quali si scambiavano battute con l'altro ospite della trasmissione cittadino cinese.
Tutti assieme affrotavano il problema chinatown fra un disco e l'altro e fra una battuta e l'altra indirizzata anche ad arcore.
Sullo sfondo della piazza sventolavano le bandiere della CGIL (come se avessero da "festeggiare qualcosa"!).
Il tutto davanti ad un pubblico di quasi 30 persone che arricchiva la fotografia di una sensazione ancora di più lontananza dalla realtà.
Quando poi mi sono soffermato ad ascoltare il cittadino cinese lo stupore è stato ancora maggiore: parlava un italiano più che corretto, con una coniugazione dei verbi perfetti ed utilizzando una sintassi da fare invidia ai tre quarti della popolazione italiana.
Lo stesso Vergassola, evidentemente meravigliato, sentendolo parlare ha chiesto se in realtà fosse un italiano di Bergamo vestitosi per l'occasione da Cinese.
Martini allora giustificava la cosa definendo il ragazzo come cinese di seconda generazione!
Di seconda generazione!
Dietro di me un signore un bicicletta esclamava:"magari!".
Prato non è quella, caro presidente. Non conosce iniziativa concreta negli ultimi vent'anni (da quando è iniziato dunque il fnomeno cinese) idonea a creare davvero dei cittadini cinesi in grado di reggere una conversazione in Italiano in modo completo, in linea da sorreggere adeguatamente un'integrazione degli anni 2000.
La Cina cambia a velocità estrema. Le comunità cinesi sono destinate a mutare velocemente anche fuori dalla Cina. i modelli che hanno conosciuto le altre capitali interessate dal dragone non sono più adeguate ai tempi avvenire.
La "dormiente regione toscana" e "l' assente amministrazione pratese" hanno consentito che dalla Cina arrivasse sino ad oggi una faccia della Cina, quella che noi conosciamo, quella volenterosa' ma povera culturalmente, recante con sè cattive abtudini, rese ancora più gravi da un terreno su cui si sono sviluppati in totale libertà ed in spregio di regole e norme comportamentali verso la comunità preesistente.
L'altra faccia della Cina dve essere da noi scoperta non con i doscorsi sorridenti ad una trasmissione radiofonica, ma con iniziative idonee ed anche importanti per favorire mutamenti culturali rilevante ancor prima che economici.
Francesco Querci (udc pratese)Festival dell'Economia: un confronto tra regionalismi, cultura locale e globale.
Questa mattina, passeggiando per Prato, mi sono avvicinato allo stand dove stava esibendosi un euforico Claudio Martini, accompagnato da un bravo Vergassola i quali si scambiavano battute con l'altro ospite della trasmissione cittadino cinese.
Tutti assieme affrotavano il problema chinatown fra un disco e l'altro e fra una battuta e l'altra indirizzata anche ad arcore.
Sullo sfondo della piazza sventolavano le bandiere della CGIL (come se avessero da "festeggiare qualcosa"!).
Il tutto davanti ad un pubblico di quasi 30 persone che arricchiva la fotografia di una sensazione ancora di più lontananza dalla realtà.
Quando poi mi sono soffermato ad ascoltare il cittadino cinese lo stupore è stato ancora maggiore: parlava un italiano più che corretto, con una coniugazione dei verbi perfetti ed utilizzando una sintassi da fare invidia ai tre quarti della popolazione italiana.
Lo stesso Vergassola, evidentemente meravigliato, sentendolo parlare ha chiesto se in realtà fosse un italiano di Bergamo vestitosi per l'occasione da Cinese.
Martini allora giustificava la cosa definendo il ragazzo come cinese di seconda generazione!
Di seconda generazione!
Dietro di me un signore un bicicletta esclamava:"magari!".
Prato non è quella, caro presidente. Non conosce iniziativa concreta negli ultimi vent'anni (da quando è iniziato dunque il fnomeno cinese) idonea a creare davvero dei cittadini cinesi in grado di reggere una conversazione in Italiano in modo completo, in linea da sorreggere adeguatamente un'integrazione degli anni 2000.
La Cina cambia a velocità estrema. Le comunità cinesi sono destinate a mutare velocemente anche fuori dalla Cina. i modelli che hanno conosciuto le altre capitali interessate dal dragone non sono più adeguate ai tempi avvenire.
La "dormiente regione toscana" e "l' assente amministrazione pratese" hanno consentito che dalla Cina arrivasse sino ad oggi una faccia della Cina, quella che noi conosciamo, quella volenterosa' ma povera culturalmente, recante con sè cattive abtudini, rese ancora più gravi da un terreno su cui si sono sviluppati in totale libertà ed in spregio di regole e norme comportamentali verso la comunità preesistente.
L'altra faccia della Cina dve essere da noi scoperta non con i doscorsi sorridenti ad una trasmissione radiofonica, ma con iniziative idonee ed anche importanti per favorire mutamenti culturali rilevante ancor prima che economici.
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