venerdì 20 marzo 2009

ANNO ZERO, PRATO e la Sua CRISI

Di seguito ripropongo ciò che avevo scritto settimane fa, data l'attualità dell'argomento grazie (si fa per dire) alla trasmissione "ANNO ZERO".
Una PRATO che per decenni é stata fra le città che hanno versato i maggiori contributi allo Stato, grazie (e per davvero) alla sua storica capacità di produrre ricchezza, oggi che necessita che le venga riconosciuto il merito di avere fortemente contribuito alla crescita del Bel Paese, viene sempre più associata esclusivamente a fenomeni connessi all'illegalità.

Prato é anche la città della legalità, di dove si é lavorato e si lavora con rispetto e dignità, di imprese con alto valore etico che richiedono oggi altrettanta attenzione e rispetto anche se fosse giunto per molte il momento di chiudere i battenti, ma pur sempre dignitosamente.

da alcune settimane fa....
La "Crisi di Prato" necessita di serietà e obiettività.

La protesta con i suoi mille colori, ha dato l'immagine di una città che vuole essere ascoltata.
Sbagliano quegli amministratori che intendono trasferire ogni responsabilità sul governo centrale.
Sbagliano coloro che a difesa del governo centrale imprecano contro l'illegalità cinese pratese, quale responsabile della crisi del tessile.
Sbagliano quegl illustri giornalisti (vedi Rizzo sul Corriere della Sera) che dipinge Prato come una provincia cinese così come la crisi del tessile legata alla comunità cinese.
Sbagliano quei candidati a governare la città che fanno proprie queste considerazioni solo per accattivarsi parte dell'elettorato.
Così non se ne esce.
Qualche voce importante di Prato ha fortunatamente riposizionato la questione al punto giusto, evidenziando come non ci sia collegamento fra la crisi del tessile pratese (o almeno non ne é la causa principale) e i fenomeni legati all'illegalità con le aziende cinesi e aggiungerei come ancora oggi esistono e si propongono sul mercato ditte italiane pronte ad accettare la sfida globale.
Due fenomeni distinti, quello della crisi e quello dell'illegalità, che devono essere analizzati e risolti su piani differenti, con strumenti differenziati,ma entrambi urgenti e necessari.
Due priorità, peculiari della nostra oramai variopinta comunità, fatta di persone verso le quali massima deve essere la nostra attenzione.
Ancora una volta, dalla lettura dei commenti alla manifestazione di quel sabato mattina, dei vertici dei due partiti "più blasonati",abbiamo potuto constatare come la politica della forte contrapposizione abbia dato risalto a due posizioni, distinte ed entrambe non corrette, inidonee a produrre effetti positivi, ma anzi idonee a creare solo maggiore confusione.
Se vogliamo contribuire al bene della città, occorre porre seriamente l'attenzione ai problemi della gente, abbandonando la politica della contrapposizione a tutti i costi, spesso incapace di intercettare le istanze di base; un'incapacità che sta alla base della crisi che non é slo economica, ma anche politica.
Francesco Querci
(segr. comunale Prato)

Nessun commento:

Posta un commento