Prato, 21.03.'09
Stamani era irritato il Sindaco, forse a causa del martellante lavoro dei vari gruppi che, riunitisi attorno al coordinamento dei comitati cittadini, contestano puntualmente l'operato della Giunta in tema di urbanistica.
Forse aveva anche un po' di traverso il fatto che Municipio Verde, nei giorni scorsi era andato all'attacco del candidato del centrosinistra Massimo Carlesi, - di cui il primo cittadino in carica si è autoproclamato mentore e a cui ha pubblicamente affidato il ruolo di continuatore -, per chiedergli, senza mezzi termini, di intervenire sulla Giunta in carica, proponendo una sospensione della deliberazione sullo Statuto del Territorio.
Gli abbiamo chiesto, in sostanza, di mandare un segnale di discontinuità nei confronti della giunta uscente, avocando a sè la responsabilità di riformare i criteri della partecipazione e di portare a termine il nuovo Piano Strutturale.
Era irritato, il Sindaco. E ha avuto una reazione semplice, da vecchio politico. Ha cercato, pacatamente di screditare l'opera dei gruppi civici, manipolando i fatti.
Romagnoli dice che i comitati sono contro la legge sulla partecipazione.
La bugia è grossa ma ha le gambe corte. Per dimostrare questa asserzione deve dirci quando mai abbiamo criticato la legge Fragai in quanto tale. Dopo di che deve spiegarci cosa c'entra la legge regionale con questo spettacolo avvilente a cui si assiste all'Urban Center da qualche mese. Poi dovrebbe dar conto pubblicamente del perchè la sua Giunta ha blindato la questione più rilevante, quella della Variante anticipatoria riguardante l'asse della Declassata, condizionando di fatto tutto il piano strutturale, e senza neanche simulare una parvenza di informazione ai cittadini.
Ma questa Giunta vuole finire secondo il suo stile. E così sia. Così trasforma la legge Fragai in legge Fregai e invece di progettare la città delle donne e degli uomini, dei bambini e delle bambine, dei giovani e dei vecchi, propone una città per le auto, per i fabbricanti di veleni, per i consumatori obbedienti e per gli speculatori edilizi.
Ma la sua amministrazione, caro Sindaco, sicuramente anche in buona fede - se si può chiamare buona fede il funesto procedere a caso, inseguendo progetti privati -, ha fatto un danno alla città che avrà bisogno di decenni per essere, se mai sarà possibile, riparato.
Parliamo di danno materiale (consumo di territorio) ma anche morale e sociale (disgregazione, scoraggiamento, solitidine, paura) ed entrambi richiedono uno sforzo che né Carlesi, né il suo partito possono sostenere.
Alma Vai
Prato
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