Sabato 21 marzo alle 9.30 incontro-dibattito all’Hotel Datini di Prato
sul pensiero politico del sacerdote siciliano insieme allo studioso Giovanni Palladino
Aver cura delle piccole oneste esigenze del singolo cittadino come se fosse un affare importante è un buon metodo di politica. E’ solo uno dei dieci punti del decalogo del buon politico stilato da Don Luigi Sturzo, ma che riassume in modo chiaro e semplice in che modo la politica dovrebbe mettersi al servizio della cittadinanza.
Mettere da parte l’interesse personale, il tornaconto e la carriera per contribuire con umiltà e spirito di servizio al benessere della cittadinanza che mette nelle mani della classe politica il proprio futuro. Vivere dall’interno le decisioni che la collettività riceve passivamente senza poter esprimere la propria visione delle cose, farsi portavoce delle richieste di chi - con fiducia - ci delega di rappresentarlo nelle “stanze dei bottoni”: questo dovrebbe essere il politico ideale secondo il pensiero di Don Luigi Sturzo, ripreso e attualizzato da uno studioso d’eccezione, Giovanni Palladino, presidente nazionale del Centro Studi Luigi Sturzo.
Sarà proprio il professor Palladino, sabato 21 marzo 2009 alle ore 9.30 all’Hotel Datini di Prato, a parlare del sacerdote siciliano in occasione dell’incontro-dibattito, organizzato dal Circolo Cives di Prato, dal titolo “I due pilastri della buona politica secondo Luigi Sturzo: la competenza e la moralità. Il lievito della competenza e della moralità per gestire bene i talenti”.
“In qualsiasi momento la passione e la lucida razionalità possono ribaltare le avversità - si legge tra le pagine scritte dal professor Palladino - e ancora oggi quell’occasione mancata che ha rappresentato Don Sturzo per l’Italia, può essere colta per progettare il futuro”. Per farlo, chi si avvicina alla politica, dovrà essere dotato di moralità e competenza, non solo per estirpare il marcio e l’inefficienza ma per dare una speranza per l’avvenire, affinché il futuro si possa costruire su basi solide, condivise da tutti ed eticamente corrette.
L’evento, si inserisce in un più ampio programma di appuntamenti che il Cives dedica al fare cultura come strumento di avvicinamento alla politica, attraverso una corretta informazione e una adeguata formazione di coloro che si avviano ad esperienze politiche ai vari livelli.
sul pensiero politico del sacerdote siciliano insieme allo studioso Giovanni Palladino
Aver cura delle piccole oneste esigenze del singolo cittadino come se fosse un affare importante è un buon metodo di politica. E’ solo uno dei dieci punti del decalogo del buon politico stilato da Don Luigi Sturzo, ma che riassume in modo chiaro e semplice in che modo la politica dovrebbe mettersi al servizio della cittadinanza.
Mettere da parte l’interesse personale, il tornaconto e la carriera per contribuire con umiltà e spirito di servizio al benessere della cittadinanza che mette nelle mani della classe politica il proprio futuro. Vivere dall’interno le decisioni che la collettività riceve passivamente senza poter esprimere la propria visione delle cose, farsi portavoce delle richieste di chi - con fiducia - ci delega di rappresentarlo nelle “stanze dei bottoni”: questo dovrebbe essere il politico ideale secondo il pensiero di Don Luigi Sturzo, ripreso e attualizzato da uno studioso d’eccezione, Giovanni Palladino, presidente nazionale del Centro Studi Luigi Sturzo.
Sarà proprio il professor Palladino, sabato 21 marzo 2009 alle ore 9.30 all’Hotel Datini di Prato, a parlare del sacerdote siciliano in occasione dell’incontro-dibattito, organizzato dal Circolo Cives di Prato, dal titolo “I due pilastri della buona politica secondo Luigi Sturzo: la competenza e la moralità. Il lievito della competenza e della moralità per gestire bene i talenti”.
“In qualsiasi momento la passione e la lucida razionalità possono ribaltare le avversità - si legge tra le pagine scritte dal professor Palladino - e ancora oggi quell’occasione mancata che ha rappresentato Don Sturzo per l’Italia, può essere colta per progettare il futuro”. Per farlo, chi si avvicina alla politica, dovrà essere dotato di moralità e competenza, non solo per estirpare il marcio e l’inefficienza ma per dare una speranza per l’avvenire, affinché il futuro si possa costruire su basi solide, condivise da tutti ed eticamente corrette.
L’evento, si inserisce in un più ampio programma di appuntamenti che il Cives dedica al fare cultura come strumento di avvicinamento alla politica, attraverso una corretta informazione e una adeguata formazione di coloro che si avviano ad esperienze politiche ai vari livelli.
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