mercoledì 31 marzo 2010

Simone Masi: diciamo le cose come stanno (sul cimitero di Iolo)

allargamento del cimitero di iolo: Cenni e Caverni fanno
dove Peris e sinistra avevano solo promesso


" Ritengo doveroso renderVi partecipi di questo fatto che vede coinvolta la nuova amministrazione della nostra città di Prato guidata dal sindaco Cenni, dai suoi amministratori e consiglieri di circoscrizione. Abito a Iolo dove esiste un problema sentito da tutti i paesani: l'ampliamento del suo cimitero. Sono anni che gli Aiolesi ne chiedono il suo ampliamento e le precedenti amministrazioni di sinistra non hanno mai dato risposte concrete, perché non in grado o perché non hanno voluto, forse distratte dai loro interessi di partito, tralasciando gli interessi dei cittadini. Molto probabilmente entro breve tempo a mezzo organi di stampa, verrà comunicato dalla giunta Cenni la ripresa dell'iter burocratico per l'esproprio dei terreni adiacenti al cimitero per permetterne l'ampliamento. La pratica in definitiva era stata abbandonata, quindi esproprio scaduto. NON è mia intenzione anticipare gli annunci e le mosse del comune, scrivo questo solo per dare i meriti alle persone giuste e sottolineare i demeriti delle precedenti amministrazioni con in primis la Presidente della Circoscrizione Sud, guidata ahimè ancora dal centrosinistra. La Presidente Peris, dal momento dell'insediamento della nuova giunta Cenni si è limitata ad ostacolarla o a metterla in cattiva luce. Solo per citare tre fatti: non ha ancora insediato dopo 9 mesi, la commissione lavori pubblici della circoscrizione Sud, ha speso non so quanti soldi pubblici per ristrutturare un centro sociale a Iolo frequentato solo dai custodi ed infine ha fatto volantinaggio contro l'Assessore Caverni, accusandolo di non fare niente per il sud di Prato. Vedi anche problema viabilità Casale-Tobbiana-Nuovo Parco Prato. Tutte decisioni, sbagliate, prese tra l'altro dalle precedenti amministrazioni di centrosinistra e che adesso la giunta Cenni se le è trovate in mano e che deve risolvere. Dico queste cose perché nei limiti temporali che ho a disposizione, cerco di seguire con interesse le vicissitudini della mia città. E questi sono i fatti sotto gli occhi di tutti.
Tornando al cimitero di Iolo, se la pratica di esproprio andrà avanti e cominceranno i lavori per il suo ampliamento, il merito è solo della Giunta Cenni, dell'Assessore Cverni e di un consigliere del centrodestra nella Circoscrizione Prato Sud, Pamela Bicchi. La quale di persona è venuta a Iolo, si è resa conto delle problematiche del paese e si è data e si sta dando da fare per venire incontro alle richieste dei cittadini e risolvere altri problemi del paese.

Da parte mia e di tutti i miei compaesani, un sentito grazie al Sindaco Cenni, all'assessore Caverni e al consigliere Bicchi.
Simone Masi:"

martedì 30 marzo 2010

PD: un pugile suonato!


Come descrivere oggi la condizione in cui si trova il più grande partito d’opposizione, quel PD erede della tradizione del Comunismo italiano? L’immagine più ficcante è senz’altro quella del pugile suonato, preso a pugni da ogni parte ed incapace di reagire.

Il Pd oggi è strizzato a destra dall’Udc, che accredita presso l’elettorato moderato e riformista una maggiore concretezza e serietà, e a sinistra da Di Pietro, che riesce a trascinare la sinistra radicale e movimentista disillusa dalle satrapie del “partitone”.
Il Pd, sostanzialmente, ha annacquato e depotenziato due storie e due identità di cui non ha saputo operare una sintesi efficace. Oggi nel Pd si vedono, in maniera confusa, scimmiottature americanegggianti del modello Obama, pulsioni veterocomuniste, istanze radicali, sparuti rigurgiti conservatori. Mancano una guida autorevole, una linea politica chiara. Anche la classe dirigente locale, pur proveniente da scuole importanti e solide, come quelle del Pci e della Sinistra Dc, sta andando in confusione. Il reticolo delle Case del Popolo e delle Coop è smarrito ed incerto, privo di punti di riferimento. La Cgil si smarca e detta le condizioni, in una assurda e intollerabile invasione di campo rispetto alla politica. Le associazioni laicali che da sempre hanno fiancheggiato il prodismo oggi brancolano nell’incertezza. Mancano addirittura candidature credibili se, nel Lazio, si è andati a consegnarsi, mani e piedi legati, alla Bonino.
Di questo stato di cose Poggio a Caiano è un caso emblematico. Il Pd, in un paese di radicata tradizione cattolica e tuttora moderato, a pochi giorni da una difficile tornata elettorale, va a promuovere una campagna per il testamento biologico, mettendo in grave imbarazzo il suo Sindaco e regalando un formidabile assist all’Udc. Qualche anno fa i Ds, pure laicisti, non avrebbero mai commesso un così madornale errore, segno evidente di un malessere profondo.
Immaginiamo la delusione cocente degli amici della Ex Margherita (le defezioni della Binetti, di Lusetti, di Carra e, ancor prima, di Rutelli, sono emblematiche).
La Margherita era un progetto ambizioso che doveva costituire la nuova fase dell’impegno del Cattolicesimo progressista. Prodi, pur in modo frammentario e piuttosto equivoco, aveva realizzato il postulato dossettiano del compromesso tra la Sinistra Dc ed il Partito Comunista. La Margherita doveva realizzare il passo ulteriore, consistente in una decisa deideologizzazione, nel superamento dei vecchi schemi europei Socialismo / Popolarismo, per giungere ad una nuova formazione, mai prima vista in Italia, di matrice riformista e solidarista, capace anche di sintesi virtuose nel campo dei valori. Le speranze però sono state del tutto disattese, perché è venuta fuori una semplice accozzaglia di storie diverse, senza progetto, senza prospettive, prigioniera di vecchi steccati e di antiche liturgie. I motivi di questo flop, politologico ancor prima che organizzativo, non possono essere analizzati qui, perché sarebbe, davvero, cosa troppo lunga.
Quello che è da chiedersi è se il Pd sia oggi in grado di costituire l’alternativa al berlusconismo. Fino ad ora il Governo ha potuto agire praticamente senza opposizione, essendo stato il Pd più impegnato a dissanguarsi nelle proprie beghe interne (la via crucis Veltroni – Franceschini – Bersani), a cedere roccaforti storiche come Prato, che a contrastare la deriva populista del Paese.
Il Pd ha lasciato che altri, ora Di Pietro, ora la Bonino, ora la Cgil, dettassero l’agenda politica del partito.
Senz’altro più efficace è stata l’opposizione “repubblicana” messa su, con povertà di mezzi ma non di idee, dallo Scudocrociato. Ne è prova che Berlusconi non attacca Bersani ma Casini.
E’ urgente che la politica italiana cambi. I rischi per la democrazia ci sono e non possono essere nascosti.
Gli elettori del Pd, specie quelli moderati, debbono chiedersi se, per un cambio di passo e per la tutela dei valori costituzionali, sia più utile tentare di rianimare un corpo morto ed eteroguidato, oppure se non convenga dare forza e gambe a quel grande progetto che è l’Unione di Centro.
Il mio consiglio è scontato. Il voto utile è quello all’Udc.
Cristiano Maria Ciani

giovedì 25 marzo 2010

La Regione ha scaricato tutto su agricoltori e cacciatori!!!




“Il problema dei cervi e degli ungulati in genere non va scaricato sui cacciatori e sui contadini. Deve essere invece governato istituzionalmente”. A dirlo è il consigliere provinciale del Pdl Sergio Toccafondi, che poi punta il dito contro la Regione Toscana: “La giunta regionale - afferma - è intervenuta su questo problema approvando un piano di interventi (ma solo sulla carta) da realizzare per limitare al massimo il fenomeno degli incidenti da ungulati e individuando le azioni necessarie nell’ambito della vigilanza e del contenimento di queste specie, della prevenzione, dell’informazione ai cittadini. Il problema è oramai di dominio pubblico e purtroppo sino ad ora la Regione ha dimostrato un’inerzia divenuta insopportabile per coltivatori e cittadini. La Regione sta facendo finora orecchie da mercante quando il problema va governato istituzionalmente, e non scaricato sui cacciatori obbligandoli a uccidere quantità esorbitanti di animali e delegando loro, di fatto, il contenimento del numero della specie. I cittadini e gli agricoltori hanno bisogno di risposte urgenti e di certezze”.Toccafondi, che è membro della commissione provinciale che si occupa anche di caccia, affronta poi il problema specifico che riguarda i danni provocati dagli ungulati alle coltivazioni sulle colline di Montemurlo: “E’ necessario - dice - realizzare più sinergie tra istituzioni, associazioni venatorie, ambientaliste a degli agricoltori per condividere azioni di contenimento e prelievo venatorio con cui affrontare l’emergenza

Sui talk show televisivi relativi all'informazione politica

DURA LEX
In base a quanto stabilito dall'art. 2 l.n. 28/2000 ed al distinguo operato, agli effetti del rispetto del principio della par condicio da parte delle emittenti private, fra "programmi di informazione" e "comunicazione politica radiotelevisiva", non è consentito applicare ai primi la disciplina dettata per la seconda.


Con ordinanza 12 marzo 2010 n. 1180, la Sezione Terza Ter del TAR del Lazio ha ritenuto, ad una prima delibazione sommaria, non sprovviste di fondatezza le censure dedotte avverso la delibera n. 25/10/CSP dell'Autorità per la vigilanza nelle comunicazioni, recante disposizioni di attuazione della disciplina in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione relative alle campagne per le elezioni regionali provinciali e comunali fissate per i giorni 28 e 29 marzo 2010, nella fase successiva alla presentazione delle candidature.


In particolare, il TAR del Lazio ha concentrato l'attenzione sulla parte della citata deliberazione in cui, in violazione dell'art. 2 L. 22 febbraio 2000 n. 28 e del distinguo operato, agli effetti del rispetto del principio della par condicio da parte delle emittenti private, dal giudice delle leggi fra "programmi di informazione" e "comunicazione politica radiotelevisiva", è stata ritenuta applicabile ai primi la disciplina dettata per la seconda.


Al riguardo, va ricordato che l'art. 2 della citata legge n. 28 del 2000 (recante disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica) in tema di comunicazione politica radiotelevisiva, stabilisce che:

  • >>> le emittenti radiotelevisive devono assicurare a tutti i soggetti politici con imparzialità ed equità l'accesso all'informazione e alla comunicazione politica;
  • >>> s'intende per comunicazione politica radiotelevisiva ai fini della presente legge la diffusione sui mezzi radiotelevisivi di programmi contenenti opinioni e valutazioni politiche. Alla comunicazione politica si applicano le disposizioni dei commi successivi. Esse non si applicano alla diffusione di notizie nei programmi di informazione;
    >>> è assicurata parità di condizioni nell'esposizione di opinioni e posizioni politiche nelle tribune politiche, nei dibattiti, nelle tavole rotonde, nelle presentazioni in contraddittorio di programmi politici, nei confronti, nelle interviste e in ogni altra trasmissione nella quale assuma carattere rilevante l'esposizione di opinioni e valutazioni politiche;
  • >>> l'offerta di programmi di comunicazione politica radiotelevisiva è obbligatoria per le concessionarie radiofoniche nazionali e per le concessionarie televisive nazionali con obbligo di informazione che trasmettono in chiaro. La partecipazione ai programmi medesimi è in ogni caso gratuita;
  • >>> la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, di seguito denominata «Commissione», e l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, di seguito denominata «Autorità», previa consultazione tra loro e ciascuna nell'ambito della propria competenza, stabiliscono le regole per l'applicazione della disciplina prevista dal presente articolo.

Per l'efficacia delle disposizioni di cui al citato articolo 2 l.n. 28/2000, occorre tenere presente quanto stabilito dall'art. 11-septies della medesima legge, aggiunto dall'art. 1, L. 6 novembre 2003, n. 313, mentre le regole di cui all'articolo 2 sono state stabilite con Del.Comm.Vig.Rai 21 giugno 2000, con Del.Aut.gar.com. 22 giugno 2000, n. 200/00/CSP, e con Provv. 18 dicembre 2002.

mercoledì 24 marzo 2010

Sul Lavoro la Provincia banalizza?

Leggo l'articolo che riporta su due pagine la soddisfazione dell'assessore Giorgi (Provincia) per il servizio "filo diretto".

Vengono riportate alcune telefonate (con tanto di nome e cognome) e le risposte precise e puntuali dell'Assessore: ad ogni domanda un progetto. Una risposta chiara per ogni necessità: bandi su misura, rifinanziamento dei progetti riusciti e via dicendo.

La sensazione, però, è che l'articolo sia stato creato ad arte e la vicinnza delle elezioni aggrava il sospetto. Sarà tutto oro quello che luccica? Oppure su un argomento così delicato doveva e si poteva usare un po' più di prudenza per non creare false attese a chi si trova in una situazione di precariato lavorativo o comunque di attesa o difficoltà?
Avremmo preferito la prudenza.
Comunque, lette le dichiarazioni degli amministratori provinciali, è stato provveduto al deposito di una question time, diretta ad accertare e approfondire le tematiche solamente accennate dall'assessore.
In particolare viene richiesto un dettagliato resoconto delle risposte in concreto che la Provincia ha saputo dare ai disoccupati e quale e quante imprese create attravesro i bandi e quant'altro.

Da non sottovalutare neppure i Voucher formativi, (€ 2.000.000,00 sicuramente spesi), ma di cui vorremmo vedere anche i risultati, ovvero la corrispondenza dei corsi effettuati con la nuova occupazione trovata dal lavoratore.
Francesco Querci
Capogruppo UDC Provincia

lunedì 22 marzo 2010

La Lega, oltre che sulla pelle dei migranti, fonda la sua campagna elettorale prendendo in giro i lavoratori!

COMUNICATO STAMPA

La Lega, oltre che sulla pelle dei migranti, fonda la sua campagna elettorale prendendo in giro i lavoratori!
Nosi: “Tosoni e compagnia ci spieghino come mettere d’accordo la difesa dei lavoratori con gli attacchi ai loro diritti che in Parlamento i leghisti appoggiano a piè sospinto!”

Prato, 19/03/10

Lanfranco Nosi, di Sinistra RossoVerde, interviene in merito alle dichiarazioni rilasciate in questi giorni dal commissario provinciale della Lega Nord, e candidato in regione, Tosoni, i merito alla presunta difesa dei lavoratori italiani che sarebbe fatta dal movimento ‘padano’.
“Ci chiediamo come Tosoni possa affermare letteralmente che la Lega vuole ‘che il lavoro sia sicuro sotto tutti i punti di vista e soprattutto che il lavoro ci sia’ (fonte ilToscano.org), salvo poi avallare in Parlamento tutti i provvedimenti che hanno destrutturato i rapporti di lavoro, fino all’approvazione del più recente ‘collegato sul lavoro’, che di fatto svuota l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori!”
“La Lega, in questo modo, continua il suo vergognoso cerchiobottismo, sulla pelle dei lavoratori, dopo averlo fatto strutturalmente su quella dei migranti: da una parte, si presentano come i difensori del ‘posto di lavoro’, dall’altra contribuiscono realmente ad aumentare precarietà, disoccupazione, sfruttamento!” – continua Nosi. – “Tosoni e compagni lo spieghino, alla cittadinanza e agli operai che incontrano nei loro tour! Magari, spieghino anche perché il sindaco che loro appoggiano non porta gli stabilimenti che ha in Cina o in Messico qui a Prato, per ‘chiudere’ la famosa filiera e ridare qualche centinaio di posti di lavoro!”

lunedì 15 marzo 2010

325....odissea senza fine!!!!




Gli strascichi lasciati dal maltempo di dicembre e dai gravissimi danni subiti dal territorio pratese si riverberano anche sulla campagna elettorale per il voto in Regione. Il capolista Pdl Alberto Magnolfi e la candidata Erica Mazzetti tornano infatti a denunciare I ritardi nella riapertura della sr325, ancora interrotta dalla frana poco dopo Sasseta. “Sono stata facile profeta a prevedere ancora una volta le promesse del sindaco di Vernio e della Provincia sulla riapertura della strada non sarebbero state mantenute – ha affermato Mazzetti -. Era stato assicurato pubblicamente che entro il 15 marzo si sarebbe riaperto il senso unico alternato della 325, ma i lavori sono ancora in alto mare. In compenso è stata fissata una nuova assemblea nella quale il sindaco Cecconi e l’assessore provinciale Menchetti rinnoveranno le solite promesse a cui nessuno chiede più. Non si può dare certamente la colpa al cattivo tempo - ha precisato Erica Mazzetti - I lavori stavano procedendo speditamente grazie all’ottimo lavoro dell’impresa locale inizialmente affidataria, ma poi chissà perchè la Provincia ha deciso di prendere un’altra strada e la ditta che si è aggiudicata l’appalto in realtà non ha ancora preso in consegna i lavori, qualcuno pensa complice forse anche la distanza trattandosi di un’impresa che viene addirittura dal Trentino, per un intervento tutto sommato modesto. È un modo davvero strano di procedere di fronte all’emergenza. Non sono le assemblee che possono rispondere alle esigenze di un intero paese ormai isolato da oltre tre mesi”.“Nessuno è chiamato mai a rispondere dei rilevanti danni economici che le disfunzioni e la cattiva gestione provoca ai cittadini e a un’intera comunità – ha aggiunto Alberto Magnolfi -. Abbiamo assistito nell’immediatezza della frana ad un iperattivismo degli esponenti del centrosinistra, quasi che la loro presenza potesse da sola tranquillizzare e soddisfare la gente. Questi stessi amministratori - ha concluso Magnolfi - si ripresentano oggi in piena campagna elettorale con un nulla di fatto che da solo dovrebbe suggerire ai cittadini quella scelta di cambiamento di cui anche la Valle del Bisenzio ha una necessità vitale”.

venerdì 12 marzo 2010

Occorre un Decreto salva lista (civica) anche a Prato?

Duro attacco della sinistra che chiede l'esclusione dalle consulte della lista civica Prato Libera e Sicura, che ha partecipato alle elezioni comunali e provinciali alle scorse amministrative.
Occore un decreto Salva Lista (civica)?


Consulte: Prato Libera & Sicura non può parteciparvi! "L'associazione Prato Libera e Sicura non può far parte delle consulte: a nostro parere, ci troviamo di fronte ad una palese violazione del regolamento! "L'associazione Prato Libera e Sicura non può far parte delle consulte: a nostro parere, ci troviamo di fronte ad una palese violazione del regolamento!” Non usa mezzi termini Lanfranco Nosi, di Sinistra RossoVerde. "Ricontrollando la documentazione sulle consulte, ci siamo ritrovati di fronte a questa vera e propria enormità, pubblicata sul quotidiano la Nazione a seguito dell’approvazione della delibera dello scorso febbraio: nella lista delle 55 associazioni ammesse, anche il nome di quella facente capo a Gualtieri e all’assessore Milone!” evidenza Nosi. "Eppure, lo Statuto – art. 36 comma 3 – ed il regolamento - art. 4 comma2 lettera d - sono chiarissimi e recitano testualmente che all’albo possono accedere solo quelle associazioni che “non siano movimenti politici o settori o organismi territoriali di partiti politici”. E come definire altrimenti una associazione che, appena nata, si è trasformata, alle ultime elezioni, in soggetto politico-partitico vero e proprio, anche se su scala locale, con un proprio candidato a sindaco partecipando alla competizione?" Continua Nosi “Insomma: quello stesso regolamento invocato per tenere fuori i comitati– e vogliamo ricordare che sono quattro i soggetti che sono stati esclusi - sembra essere poi “piegato”, qualora venga confermata la presenza tra le associazioni partecipanti alle consulte, ad uso del movimento di Milone. Per questo, chiediamo che il presidente Bettazzi spieghi pubblicamente i motivi di questo inserimento o, altrimenti, l’Ufficio di presidenza provveda immediatamente alla cancellazione dall’Albo di Prato Libera & Sicura!”

giovedì 11 marzo 2010

Giovani Industriali pratesi aperti alla reciproca conoscenza

Non credo che sia un caso che dai Giovani Industriali pretsi esca pubblicamente, invocando il desiderio di reciproca conoscenza con la realtà cinese, specie dei loro coetanei imprenditori.
Da plaudire, inoltre, la concreta volontà di andare oltre ai luogi comuni verso la reale comprensione del fenomeno cinesi, di cui tutti parlano ma che pochi conoscono veramente le dinamiche che girano attorno a quel mondo, assai più complesso di quento si possa immaginare e di quanto i nostri stereotipi locali di riferimento, possono indurci a credere.
Francesco Querci


da "IL TIRRENO" di oggi

Prato Cesa presenta candidati Pratesi

Comitato Elettorale Provinciale di Prato
Elezioni regionali 2010
Sabato 13 Marzo ore 11.00
Salone Circoscrizione Centro
Sala Wilma Moscardi Mazzarrini Via dell’Accademia Prato


ON. CESA
Apertura della campagna elettorale dei candidati Pratesi
Per la presentazione dei candidati pratesi Enrico Mencattini - Chiara Bambagioni - Vito Tarantini
interverranno l'On. Lorenzo Cesa, Segretario Nazionale Unione di Centro, l'On. Francesco Bosi, Candidato Presidente Regione Toscana, On. Nedo Poli, Segretario Regionale Unione di Centro.
Coordina, Francesco Querci, capogruppo UDC Provincia di Prato e parteciperanno, Roberto Caverni, Assessore Comune di Prato. Antonio Longo, capogruppo UDC Comune diPrato.

Un aiuto alle mamme che lavorano



Il “modello tagesmutter” (o mamme di giorno) è stato l'argomento al centro dell’incontro organizzato per la Festa della donna dalla candidata del Pdl alle elezioni regionali, Erica Mazzetti, a cui hanno partecipato anche il capolista Alberto Magnolfi e l’altro candidato pratese Gianluca Banchelli.

“Si tratta di una proposta che formuliamo alla nostra candidata alla presidenza della Regione, Monica Faenzi - spiega Erica Mazzetti -. Proponiamo su scala regionale l’idea dei micro-asili di quartiere che altrove, in Italia, hanno riscontrato notevole successo. Il personale che vi opera viene formato professionalmente da specifici corsi che prevedono lezioni di psicopedagogia e pediatria, alimentazione, igiene, sicurezza e pronto soccorso, creatività, marketing e organizzazione del lavoro. Il risultato ottenuto consente, principalmente alle donne, di essere in grado di aprire presso la propria residenza o in micro-strutture a questo specificamente adibite, i cosiddetti micro-asili”.

“Già alcuni enti locali hanno sviluppato questa idea, lanciata e realizzata in origine in Germania e in particolar modo nella Provincia di Bolzano – ha aggiunto Erica Mazzetti -. Anche il ministro delle Pari opportunità, Mara Carfagna, nelle scorse settimane ha dichiarato che sta approfondendo la questione con particolare attenzione”. I nomi che sono stati dati a queste strutture, possono essere molteplici (nidi- famiglia, micro-nido condominiale o di quartiere, casa-bimbo, etc…) e tanti sono i benefici che esse garantiscono, come è stato spiegato durante l’incontro: un ambiente più familiare; orari più flessibili (a beneficio delle donne che lavorano); costi più contenuti per le famiglie (grazie a oppurtune provviedenze degli enti locali); nuove opportunità di lavoro (in un settore ad oggi poco sfruttato); applicazione del principio di sussidiarietà; copertura assicurativa e formazione professionale del personale impegnato.“Quella dei micro-asili e delle tagesmutter – ha concluso Alberto Magnolfi – è una proposta che facciamo proprio oggi, 8 marzo, per dare ancora più senso alla festa della donna, con un’idea concreta che darebbe un notevole aiuto alle giovani famiglie, alle donne con figli e consentirebbe di realizzare nuove opportunità di lavoro”.

mercoledì 10 marzo 2010

Querci (UDc) su Social Housing (all'interno del servizio EPR con Assessore Mondanelli)


Nel TG di TV PRATO Querci (Consigliere Provinciale UDC) su Social Housing
(all'interno del servizio sull'Edilizia pubblica con Assessore Mondanelli)

La lega Nord e la Chiesa cattolica: storia di un rapporto strumentale

TOCQUEVILLE-ACTON
Centro Studi e Ricerche
Come cappello introduttivo al post usa la seguente frase dell’autore, che lo stesso mette in calce al suo articolo: “le modesta riflessione sulla questione politica settentrionale a margine della pretesa egemonia culturale leghista invita noi del Centro Studi Tocqueville-Acton ad interrogarci sul rinnovato problema politico dei cattolici, che va ben oltre la questione delle alleanze alle prossime elezioni regionali, ma investe la capacità del variegato mondo cattolico di rappresentare un fermento vivo nella società civile, promuovendo una cultura della vita, della libertà e della solidarietà”.

La lega Nord e la Chiesa cattolica: storia di un rapporto strumentale

(Una versione ridotta è stata pubblicata dal quotidiano “Il Riformista” del 5 marzo 2010) di Paolo Asolan – Flavio Felice La dura posizione del prof. Introvigne nei confronti del partito di cui Pierferdinando Casini è il leader: l’UDC, reo di aver stipulato un’alleanza elettorale in Piemonte con la sinistra radicale e libertaria guidata dalla presidente uscente Bresso, ci invita a riflettere sulla questione settentrionale, alla luce del consolidamento della Lega Nord nella società civile, della sua posizione di forza nell’alleanza di centro-destra e delle prospettive culturali che sembrerebbero essere caratteristiche peculiari di tale forza politica. In modo opportuno, Introvigne scrive nel suo articolo su “Libero” del 18 febbraio 2010: “L’UDC in Piemonte ha scelto la sinistra perché, se con la presidente uscente del Partito Democratico Bresso, c’è dissenso sui problemi etici, il dissenso con il candidato di centro-destra Cota in materia di accoglienza agli immigrati è più forte”. La tesi di Introvigne è chiara e la critica che da essa si evince è legittima: ma per un cattolico non dovrebbero venire prima la difesa e la promozione della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna? Premesso che oggetto del nostro articolo non vuole essere la discussione intorno alle alleanze dell’UDC, crediamo che proprio gli studi di Introvigne sul rapporto tra religione, società e politica ci possano guidare nella riflessione sulla questione settentrionale alla luce dei tre punti appena elencati. In particolare, faremo riferimento a due saggi che il professor Introvigne ha scritto qualche anno fa: “Dai partiti tradizionali alle leghe: ‘religione civile’ e identità politiche in Italia” e “L’ethos italiano e lo spirito del federalismo”. Non si tratta di una recensione scientifica agli importanti lavori del professore, ma di una modesta riflessione giornalistica che intendiamo porre all’attenzione dei lettori sul rapporto tra religione e politica, evidenziando alcuni punti problematici che emergono dalla cultura leghista, così come lo stesso Introvigne ebbe modo di sottolineare nei citati saggi. Esistono motivi per ritenere che l’attenzione dedicata dalla Lega alla religione cattolica non sia genuina né disinteressata, ma espressione di una debolezza che appare invincibile a più livelli (antropologico, morale, di cultura politica)? È cosa sana o anch’esso elemento di debolezza che la chiesa cattolica accetti di essere difesa e sostenuta (o, all’opposto, vituperata e contestata) da chi, come chiaramente afferma Introvigne, non troppi anni fa, incitava “i popoli del Nord” al protestantesimo (contro la chiesa di Roma: “potremmo suggerire a tanti cittadini del Nord Italia di non guardare più a Roma, nemmeno per la religione. Ma di guardare […] ai civilissimi Paesi protestanti che credono in Dio e in Gesù Cristo ma non riconoscono l’autorità del papato”) e al panteismo (contro “il Dio che ci raccontano a catechismo”: “Io ci credo, in Dio. È un Dio che sta dovunque, nell’acqua e nel fuoco, nell’aria che respiriamo. Come diceva Eraclito […] Penso che il mio sia una specie di panteismo” (U. Bossi con D. Vimercati, Vento del nord, Milano 1992)? È proprio inspiegabile o invisibile il passaggio evidentemente avvenuto nella Lega – stando alla terminologia inaugurata dalle tesi sulla religione civile di Bellah – dal sospetto verso il ruolo pubblico e sociale della religione (“i preti stiano nelle loro chiese […] lascino stare la politica”, cfr. supra) alla politica religiosa? Una prima, approssimativa, verifica della cattolicità della Lega potrebbe consistere nel comparare le posizioni espresse dagli esponenti della Lega circa i temi sociali, politici o culturali, con il dettato di fede e di ragione del Compendio della Dottrina sociale della Chiesa. Questo primo passo, in sé facile da compiere, è reso invece difficile dall’assenza (nella Lega) di un vero e proprio testo scritto analogo a ciò che il Compendio è per un cattolico. Il che significa quantomeno non teorizzazione o dichiarazione esplicita/previa di tutti quegli elementi che pre-vengono gli obiettivi da raggiungere con gli strumenti della politica: chi è l’uomo, in che rapporto sta con gli altri uomini, cos’è e a cosa serve il lavoro, il senso della proprietà, la destinazione ultima della vita umana, il significato dell’unione uomo-donna, i caratteri dell’educazione, il rapporto verità/libertà… In questo senso, esistono delle analogie inquietanti non solo per quel che riguarda l’armamentario delle camicie colorate (nera o bruna ieri, verde oggi), del sole preso a simbolo (uncinato ieri, padano oggi), dei riferimenti mitologici (le saghe nordiche e l’ideologia castale indù ieri, le radici celtiche e il dio Eridano oggi), del culto della personalità del capo carismatico, ma anche per ciò che fu la spinta iniziale almeno del movimento fascista: l’idea dell’azione. Nonostante Bottai e Gentile, è innegabile che l’elaborazione di una dottrina politica fascista sia stata consecutiva all’agire concreto, che invece si presentò come il dato primo. All’interno di tale “attivismo” (cfr. Bellah, Le cinque religioni dell’Italia moderna, p. 455) i filosofi organici elucidarono successivamente l’antropologia, la dottrina dello Stato, il modello educativo, il rapporto con la religione cattolica. Non poteva che essere così: tra teoria è prassi corre un rapporto di reciprocità dialettica. E così sembra accadere nella Lega: le sue posizioni teoriche (anche riguardo la religione) sono mutate e variano a seconda che l’agire concreto apra di volta in volta campi di azione nuovi, per i quali occorrano nuovi strumenti di lotta politica e una più complessa interpretazione del reale. Ne consegue, perciò, l’impressione di un uso strumentale e disinvolto della religione cattolica: religio instrumentum regni. Ne è esempio la questione dell’Islam: poiché ci si trova qui di fronte non soltanto a un’unica nazionalità straniera alla quale contrapporsi, e neppure a una diversa regione italiana di provenienza da disprezzare, ma a una religione, urge una religione da contrapporre, che abbia però – e questa è la novità rispetto al panteismo primordiale di Bossi – un corpus organico di dottrina, culto e morale, e che dunque possa reggere l’urto che viceversa una religione soggettiva o privatistica non può certo sperare di sostenere. Tale uso strumentale è anche giocoforza parziale, perché quel che interessa alla Lega non pare essere la totalità del cristianesimo o della Dottrina sociale della Chiesa, né tantomeno l’adesione alla persona di Gesù Cristo Figlio di Dio: ma soltanto alcuni elementi che – sedimentatisi, o comunque presenti, nell’ethos collettivo dei suoi elettori – intercettano consenso e voto popolare. Tale consenso non riguarda, prevedibilmente, aspetti esigenti della fede cristiana (fedeltà matrimoniale, correttezza fiscale, assoluto rispetto del prossimo) o l’unità anima/corpo presupposta dal cristianesimo (inseparabilità della dimensione spirituale della fede dalla sua espressione storica, sociale e culturale). In questo senso, la forma della fede protestante che seleziona secondo una libera interpretazione ciò che vale la pena credere senza sottostare necessariamente a un unico magistero vincolante o a una dottrina morale condivisa, pare effettivamente corrispondere al tipo di rapporto intrattenuto con la religione sostenuto dal movimento leghista. In questo senso, la Lega non è affatto “cattolica”, né pare difendere la forma cattolica della fede. Le tanto spesso evocate “paure” degli elettori della Lega (confuse talora moralisticamente e sbrigativamente con il razzismo e l’egoismo) sono in realtà le paure dei parlamentari e degli amministratori leghisti, i quali non trovano di meglio e di più sicuro nel confronto con le novità che tenersi saldamente aggrappati a quel che già sono, sanno e hanno. Non sono magari cristiani tutti d’un pezzo, elitari, ma certamente uomini e donne che sono stati battezzati e che (specialmente in mezzo agli impicci e ai problemi) si ricordano che Dio esiste ed è più grande di loro e magari potrebbe anche aiutarli. Non sono cioè ostili alla religione cattolica fintantoché questa va d’accordo con loro e sostiene le loro rivendicazioni. Nel momento in cui la fede esprime un’istanza di critica o di conversione della vita, allora le cose cambiano. In questo senso il modello di rapporto religione/politica inseguito dalla Lega è più un adattamento di vecchi schemi (o il perdurare di quegli schemi) che la proposta di un modello nuovo, effettivamente congruente con le sfide e la congiuntura attuale, elaborato considerando elementi di novità (globalizzazione, flussi migratori, emergenza di nuovi paesi leader come la Cina o l’India, crollo delle ideologie, crisi delle religioni di Chiesa, diffusa insufficienza educativa) sconosciuti fino a quarant’anni fa. Nell’immediato l’adattamento produce innegabili risultati, ma presenterà il conto sul lungo periodo, rivelandosi incapace di progettare e di governare davvero una società dove i vecchi schemi risulteranno magari non cattivi, ma inservibili. Infine, proprio perché è azione prima che teoria e/o ideologia, la Lega riesce molto bene nell’agire tipico dell’amministrazione comunale o locale in genere, dove l’azione può essere implementata direttamente e non soltanto pianificata o progettata secondo indirizzi generali (come deve fare un governo nazionale o europeo). Il pragmatismo rivendicato (e i successi conseguiti nel territorio) è effettivamente una virtù riconosciuta e apprezzata, figlia di questo rapporto sbilanciato tra teoria e prassi. Questo radicamento territoriale appare talora figlio di un’infiltrazione nella rete delle parrocchie: tutti (o quasi) gli amministratori leghisti partecipano alle sagre o ne creano di secolarizzate, venerano il patrono e la storia locali, finanziano restauri delle chiese e dei musei di arte sacra, chiedono la benedizione della scuola o dell’ufficio comunale da inaugurare al parroco o al vescovo. Spesso offrendo gratuito sostegno logistico e coinvolgendo nelle proprie attività la gente delle parrocchie, la Lega svuota da dentro la struttura organizzativa e capillare della chiesa, affiancandosi fino a sostituirsi ad essa in quanto struttura creatrice di simboli e di appartenenza. Ma non sarà che tanta passione per il Crocifisso e per il presepio fanno lo stesso gioco: usando preoccupazioni, parole e argomenti affini a quelli cristiani, la Lega vuole in realtà allontanare il popolo dalla Chiesa? Tale modesta riflessione sulla questione politica settentrionale a margine della pretesa egemonia culturale leghista invita noi del Centro Studi Tocqueville-Acton ad interrogarci sul rinnovato problema politico dei cattolici, che va ben oltre la questione delle alleanze alle prossime elezioni regionali, ma investe la capacità del variegato mondo cattolico di rappresentare un fermento vivo nella società civile, promuovendo una cultura della vita, della libertà e della solidarietà.

Mobilità: la nuova LAM....inizia la bagarre

da il Tirreno del 10/03/10

Peris e Manzan molto critici, Mosca possibilista, atteggiamento soft di Taiti, Bus, i quartieri bocciano il piano
Incontro tra l’assessore Caverni e i presidenti di Circoscrizione

MARIA LARDARA
PRATO. Si sposta una tessera di qua, se ne mette una di là. Una fermata in più a San Paolo, una in meno in centro, ma tanto la musica non cambierà per Tobbiana, Tavola e Casale. E’ difficile comporre il mosaico del trasporto pubblico incastrando tutti i tasselli del nuovo piano della mobilità.
Quello che ieri mattina l’assessore Roberto Caverni ha servito sul piatto dei 4 presidenti delle circoscrizioni: Massimo Taiti (Centro), Luisa Peris (Sud), Giovanni Mosca (Ovest) e Alberto Manzan (Nord), mentre in rappresentanza della Est era assente Alessandro Ciardi. E se l’assessore Caverni ha messo subito le mani avanti, precisando che quella sul tavolo è soltanto una bozza, vero è che i tempi stringono in vista della gara europea che, nel giro di due o tre mesi, riaffiderà il servizio del trasporto pubblico a un nuovo gestore. E visto con gli occhi di chi si misura quotidianamente con i problemi del singolo quartiere, quel piano è l’ennesimo pugno nello stomaco per Luisa Peris. L’ennesimo per Peris che si toglie un sassolino dalla scarpa anche nei confronti della vecchia amministrazione. «Ai 44mila residenti della Sud era stato chiesto di aspettare la fine del contratto con l’attuale gestore per rivedere i percorsi delle Lam e degli autobus. E ora si scopre che con il piano dell’attuale giunta, si rimette mano a tutti i “colori” delle Lam, tranne quella rossa, il cui tragitto resta sostanzialmente invariato. Manca un autobus che collega Tavola, Tobbiana e Casale. Da Castelbuono non ne passa nemmeno uno». Deludente, insomma, il riassetto del trasporto urbano che gli abitanti di quelle frazioni aspettavano a gloria. «Non si chiede un autobus in più per fare visita a un parente, come sostenuto da Caverni, ma - puntualizza Peris - di collegare la periferia alla rete dei servizi di primaria importanza, come il punto prelievi a Casale». E se gli altri colleghi presidenti porteranno le ipotesi di variazione in sede di commissione e consiglio circoscrizionale (tranne Taiti, per cui «i cambiamenti sono minimi»), Peris farà di più. «Ne discuterò in assemblea pubblica con i cittadini».
La cautela di Mosca. Lam verde fino al Guado e Lam blu fino a San Paolo (non passerebbe più dal parcheggio scambiatore Nenni), nella zona dove sorgerà il nuovo ospedale. E il numero 9 che farebbe capolinea al centro Giovannini. In quel di San Paolo e Maliseti, non andrebbe così male stando alla nuova geografia del trasporto pubblico. Ma Mosca preferisce andarci piano: «Troppo presto per esprimere giudizi, mi confronterò in Circoscrizione».
Prospettive incerte. Una nuova linea al posto della Lam viola, per chi abita nei paraggi di via dei Gobbi. «Passerebbe anche da via Tirso, così da deviare il percorso del numero 12. Più che venire incontro ai residenti, questa variazione - fa notare Manzan - servirebbe a snellire il traffico della Lam viola fino a Montemurlo». Ma la domanda che si fa il presidente della Nord è un’altra. «Quella presentata ieri è un’operazione a costo zero per l’assessorato, all’insegna di una razionalizzazione del servizio. Dove sono gli investimenti in una visione di lunga scadenza per il trasporto pubblico?».
Meno autobus in centro. Linea soft per Taiti. «Il piano della mobilità non è una ‘rivoluzione’. Non stravolge i percorsi attuali. E - fa notare - meglio che la Lam verde si fermi in San Domenico e non in piazza Delle Carceri, visto che l’utenza maggiore ruota intorno al centro Giovannini».

martedì 9 marzo 2010

in libreria “Crocevia” la rivista culturale edita da Prato Cultura

Torna in libreria “Crocevia” la rivista culturale edita da Prato Cultura, cooperativa fondata dalla Diocesi di Prato. Già da questa settimana sono disponibili, presso la libreria Cattolica e la libreria Mondadori di Prato, gli ultimi due numeri del trimestrale noto per la profondità delle sue riflessioni pastorali, sociali e politiche.

Il numero doppio 7-8, intitolato PratOspettive, riflette sulle capacità del ceto dirigente locale di costruire strategie per affrontare con scelte di lungo respiro i capitoli più stringenti della crisi pratese.

L'editoriale è affidato al priore di San Miniato al Monte, Don Bernando Francesco Maria Gianni, che analizza la figura del poeta come profeta nella misura in cui riesce a leggere la sofferenza del corpo, sacrificato per amore. Silvia Pieraccini, giornalista de “Il Sole 24 Ore” ed esperta del distretto parallelo cinese, passa al setaccio i numeri dell'immigrazione orientale, al centro negli ultimi mesi di accese polemiche anche fra gli amministratori locali. Sostanziosi gli stimoli ed i punti di vista per l'analisi politica: Francesco Querci, capogruppo dell'Udc in provincia, illustra il sistema tripolare del professor Zamagni, strutturato attorno la compartecipazione di pubblico, privato e civile per battere la crisi. In tema di enciclica “Caritas in Veritate” Emilio Barucci, figlio del più noto Piero Barucci, si interroga sul ruolo dell'etica nell'economia, mentre Filippo Coralli ci conduce attraverso stralci di lettura sui temi di sussidiarietà, economia di mercato e poliarchia.
Nicola Oliva, consigliere comunale del Partito Democratico, sviluppa una pratospettiva per il suo partito, delineando un futuro democratico ispirato all'esperienza di F.D. Roosevelt.
Ampio spazio alla riflessione religiosa con l'elogio della bellezza del Duomo di Virginia Barni, l'origine della cristianizzazione della valbisenzio di Adriano Rigoli e l'intervento di mons. Brunero Gherardini sulla figura di Karl Barth, il più grande teologo riformato dai tempi di Giovanni Calvino, autore della “teologia dialettica”.

Nel numero 9-10, ultimo del 2009, centrale è l'Appello per la Città e per il bene comune, col quale si auspica il superamento dello scontro bipolare, ritenuto inefficace alla soluzione dei problemi che sta attraversando Prato; tutto ciò in favore di una governance del dialogo, dove far prevalere il merito ed il bene della città rispetto alle logiche del potere e delle clientele.
Sul bene comune si esercita anche la riflessione di Nicola Oliva che chiede di non uscire dalla crisi semplicemente con la fretta e con la paura. Doppia analisi a cura di Daniela Toccafondi e di Cristiano Maria Ciani sulla questione cinese, rispettivamente dall'angolo di osservazione dell'abbraccio soffocante del distretto parallelo su quello tessile pratese e dal sistema di schiavitù svelata nell'immigrazione orientale; sulle forme di schiavitù moderna si sofferma padre Damaso Masabo, con un intervento tenuto per l’ordine forense di Prato.
Molti i contributi all'analisi sociale e culturale: Irene Sanesi affronta l’interessante questione dell’economica dell’arte, sintagma che svela forti potenzialità di sviluppo per Prato e il suo territorio, Franceesco Querci fonda la questione “ambientale” su di un sano eco-ottimismo, ben diverso dai catastrofici messaggi dell’ambientalismo ideologico, Benvenuti e Bessi si soffermano sulla risorsa rifiuti e il valore del nascente Parco della Piana, Bilotta apre, invece, una riflessione sul fumetto quale arte e cultura della società contemporanea. A chiudere in un crescendo di approfondimenti è don Lorenzo Lenzi con una lettura dettagliata della situazione religiosa della Diocesi di Prato.

Forum dei giovani: basta chiacchiere! Venga attivato subito!

riceiamo e pubblichiamo:

Bellandi: “Il Forum dei giovani è uno strumento già previsto e regolamentato: che lo si attivi subito e si faccia partecipare alla sua ridefinizione!”


Tocca a Renzo Bellandi, leader di Sinistra RossoVerde, commentare le indiscrezioni di stampa di questi giorni sullo stop al processo di costituzione del Forum dei Giovani a Prato, che ha visto mobilitate molte aggregazioni spontanee di ragazze e ragazzi della nostra città, fenomeno nuovo ed estremamente positivo a cui tutti i soggetti politici presenti in città dovrebbero guardare con estremo interesse senza strumentalizzazioni o critiche becere.
“Ci piacerebbe sapere qual è la riflessione dell’assessore Silli in merito al progetto di costituzione del Forum Giovani cui si accenna nell’articolo di Carlandrea Adam Poli pubblicato nei giorni scorsi, ed avere più chiare le motivazioni dello stop improvviso ed imprevisto denunciato anche recentemente dai giovani di ‘Libertà è Partecipazione’ e ribadito dall’assessore. E’ veramente un problema di ‘schieramento’? Perché se così fosse, ci troviamo di fronte ad una concezione ben strana della ‘partecipazione’, per quanto il segnale inviato con Officina Giovani dia molto da pensare!” fa rilevare Bellandi.
“Eppure, l’attivazione del Forum dei Giovani, organismo già previsto e strutturato secondo un regolamento a tutt’oggi valido, non dovrebbe essere procedura così complessa, visto che dovrebbe essere necessaria la semplice delibera del Consiglio Comunale, senza passaggi particolari.” Nota Bellandi: “Fra l’altro, si verifica la curiosa situazione per cui, nonostante il regolamento preveda che il Forum venga rinnovato entro sei mesi dall’insediamento del Consiglio, ad oggi sembra tutto in alto mare!”
“Certo che quello definito nel 2004” continua Bellandi “è un organismo che sovrarappresenta organizzazioni di partito e rappresentanze economiche, ma rimane comunque un passaggio interessante, visto che lo stesso Forum potrebbe partecipare attivamente ad una sua riforma, come appunto previsto sempre dal regolamento.”
“Per questo” conclude Bellandi “ci appelliamo alle forze presenti in consiglio comunale affinché provvedano nel più breve tempo possibile a sanare questa situazione, e a dare ai tanti giovani, che proprio in questi giorni stanno facendo sentire ad alta voce la loro voglia di partecipare attivamente alla vita della città, un adeguato strumento di rappresentanza! Certo che, se la volontà dell’attuale maggioranza ”

Sinistra RossoVerde Prato
Staff Comunicazione

lunedì 8 marzo 2010

Il degrado impera!!!


Filippo Lippi, un capolavoro che ritorna

Al museo rientra dopo un lungo restauro, curato dall'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, l'importante pala di Lippi "Esequie di San Girolamo" (1455).
La pala è stata dipinta intorno al 1455 su commissione del colto Geminiano Inghirami, proposto della Pieve di Santo Stefano, attuale Cattedrale.
Molto lodata dal Vasari nella Vita dell'artista, è uno splendido esempio della capacità del Lippi di saper "espimer gli affetti nelle pitture".

Esequie di San Girolamo
Nella stessa sala è esposta un'altra opera, contemporanea o di poco più tarda rispetto alle Esequie del Lippi, assente da molti anni dalla nostra città: il pannello coi Santi Niccolò e Giusto, resto di una pala probabilmente commissionata dai Martelli a Domenico di Michelino, allievo del Lippi, per l'altar maggiore della pieve di San Giusto in Piazzanese (Prato).
Il dipinto appare oggi di notevole interesse e qualità, dopo il recente restauro curato dal Laboratorio dell'Opificio delle Pietre Dure che ha eliminato le pesanti ridipinture che alteravano totalmente la lettura dell'opera.

Partecipazione: bene l’avvio del processo, ma la città nel frattempo non si ferma!

COMUNICATO STAMPA

Partecipazione: bene l’avvio del processo, ma la città nel frattempo non si ferma!
Nosi: “Nella fase di transizione verso il nuovo regolamento, applicare bene l’esistente e apportare subito modifiche qualificanti! I comitati? Secondo lo Statuto, potrebbero già essere inclusi!”

Lanfranco Nosi, esponente di Sinistra RossoVerde, interviene in merito alle dichiarazioni rilasciate dall’assessore Silli in relazione all’assemblea tenutasi lunedì scorso in palazzo Pacchiani, per la presentazione del processo verso l’elaborazione di un nuovo Regolamento della Partecipazione.
“Come già detto in altre occasioni, ben vengano tutte le iniziative volte a garantire una maggiore partecipazione della cittadinanza ai processi decisionali, e l’idea elaborata da Sanesi di una ‘costituente’ che elabori una proposta organica di modifica del regolamento è assolutamente condivisibile!” - afferma l’esponente della lista civica – “Peraltro, arrivano segnali non chiari da parte della maggioranza di governo e dell’amministrazione. Per questo, il nostro intervento della scorsa sera ha avuto un incipit critico, proprio sulle recenti deliberazioni.”
“Non ci soddisfa, come non ci ha soddisfatto in sede di dibattito, la risposta dell’assessore alle questioni da noi e da altri sollevate” continua Nosi. “Sulla questione della consulta legata ai temi urbanistici, l’assessore competente ha dovuto chiedere ex post informazioni al Presidente del consiglio comunale su una delibera approvata alla sua presenza, stante quanto riportato sui documenti ufficiali, facendo propria la ‘leva’ che nessuna associazione ha chiesto l’inserimento in una consulta del genere. Peccato che sia lo Statuto sia il Regolamento non subordinano l’istituzione delle consulte a questo parametro, invece necessario per la attivazione, che però è cosa ben diversa!”
“Idem sulla questione dell’inserimento nelle consulte dei comitati, che da tempi non sospetti – già con la precedente amministrazione! – hanno avanzato la richiesta che il regolamento vigente venga modificato e sia più aderente allo Statuto del Comune, che all’articolo 36 comma 3 parla di ‘libere associazioni e aggregazioni’, non specificandone la natura organizzativa. Una cosa, questa, che poteva già essere normata da tempo, visto che pure recentemente abbiamo assistito a consigli comunali straordinari per deliberare su vari argomenti. Appigliarsi alle attuali previsioni, francamente, ci pare un po’ evasivo!”
“Ma partiamo” - “da quello che c’è ‘sul campo’, e ribadiamo le nostre richieste fatte in sede di assemblea! La prima è che la giunta si impegni sin da ora ad inserire nel regolamento vigente la stessa previsione contenuta nella Legge Regionale sulla Partecipazione (69/07), ovvero che di fronte a risultati di processi partecipativi l'amministrazione motivi formalmente un eventuale rigetto degli stessi [NdR: art. 10 comma 3: Entro tre mesi dalla pubblicazione del rapporto, il soggetto proponente dichiara pubblicamente se intende: a) rinunciare al progetto o presentarne uno alternativo; b) proporre modifiche al progetto, indicando quelle che intende realizzare; c) continuare a sostenere il medesimo progetto sul quale si è svolto il dibattito pubblico, argomentando motivatamente le ragioni di tale scelta.]. La seconda è che venga istituita la Consulta dedicata all’urbanistica, di modo che le associazioni interessate possano, come da regolamento esistente, aderire n
ei tempi previsti dal regolamento.”
“Questo in quanto, di fronte ad un processo di ridefinizione delle regole partecipative non ben definito nei tempi, quindi in una fase di transizione, e di fronte alla delibera dello scorso 11 febbraio” conclude Nosi “è fondamentale che siano sin da ora assicurati i migliori strumenti di partecipazione possibili, anche se difettosi, vista la prossimità della discussione su scelte strategiche fondamentali per la città quali il nuovo Piano Strutturale.”

Sinistra RossoVerde Prato