Peris e Manzan molto critici, Mosca possibilista, atteggiamento soft di Taiti, Bus, i quartieri bocciano il piano
Incontro tra l’assessore Caverni e i presidenti di Circoscrizione
MARIA LARDARA
PRATO. Si sposta una tessera di qua, se ne mette una di là. Una fermata in più a San Paolo, una in meno in centro, ma tanto la musica non cambierà per Tobbiana, Tavola e Casale. E’ difficile comporre il mosaico del trasporto pubblico incastrando tutti i tasselli del nuovo piano della mobilità.
Quello che ieri mattina l’assessore Roberto Caverni ha servito sul piatto dei 4 presidenti delle circoscrizioni: Massimo Taiti (Centro), Luisa Peris (Sud), Giovanni Mosca (Ovest) e Alberto Manzan (Nord), mentre in rappresentanza della Est era assente Alessandro Ciardi. E se l’assessore Caverni ha messo subito le mani avanti, precisando che quella sul tavolo è soltanto una bozza, vero è che i tempi stringono in vista della gara europea che, nel giro di due o tre mesi, riaffiderà il servizio del trasporto pubblico a un nuovo gestore. E visto con gli occhi di chi si misura quotidianamente con i problemi del singolo quartiere, quel piano è l’ennesimo pugno nello stomaco per Luisa Peris. L’ennesimo per Peris che si toglie un sassolino dalla scarpa anche nei confronti della vecchia amministrazione. «Ai 44mila residenti della Sud era stato chiesto di aspettare la fine del contratto con l’attuale gestore per rivedere i percorsi delle Lam e degli autobus. E ora si scopre che con il piano dell’attuale giunta, si rimette mano a tutti i “colori” delle Lam, tranne quella rossa, il cui tragitto resta sostanzialmente invariato. Manca un autobus che collega Tavola, Tobbiana e Casale. Da Castelbuono non ne passa nemmeno uno». Deludente, insomma, il riassetto del trasporto urbano che gli abitanti di quelle frazioni aspettavano a gloria. «Non si chiede un autobus in più per fare visita a un parente, come sostenuto da Caverni, ma - puntualizza Peris - di collegare la periferia alla rete dei servizi di primaria importanza, come il punto prelievi a Casale». E se gli altri colleghi presidenti porteranno le ipotesi di variazione in sede di commissione e consiglio circoscrizionale (tranne Taiti, per cui «i cambiamenti sono minimi»), Peris farà di più. «Ne discuterò in assemblea pubblica con i cittadini».
La cautela di Mosca. Lam verde fino al Guado e Lam blu fino a San Paolo (non passerebbe più dal parcheggio scambiatore Nenni), nella zona dove sorgerà il nuovo ospedale. E il numero 9 che farebbe capolinea al centro Giovannini. In quel di San Paolo e Maliseti, non andrebbe così male stando alla nuova geografia del trasporto pubblico. Ma Mosca preferisce andarci piano: «Troppo presto per esprimere giudizi, mi confronterò in Circoscrizione».
Prospettive incerte. Una nuova linea al posto della Lam viola, per chi abita nei paraggi di via dei Gobbi. «Passerebbe anche da via Tirso, così da deviare il percorso del numero 12. Più che venire incontro ai residenti, questa variazione - fa notare Manzan - servirebbe a snellire il traffico della Lam viola fino a Montemurlo». Ma la domanda che si fa il presidente della Nord è un’altra. «Quella presentata ieri è un’operazione a costo zero per l’assessorato, all’insegna di una razionalizzazione del servizio. Dove sono gli investimenti in una visione di lunga scadenza per il trasporto pubblico?».
Meno autobus in centro. Linea soft per Taiti. «Il piano della mobilità non è una ‘rivoluzione’. Non stravolge i percorsi attuali. E - fa notare - meglio che la Lam verde si fermi in San Domenico e non in piazza Delle Carceri, visto che l’utenza maggiore ruota intorno al centro Giovannini».
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