La Speranza ha due bei figli: la Rabbia ed il Coraggio. La Rabbia per vedere come vanno le cose ed il Coraggio di vedere le cose come dovranno andare (Sant'Agostino).
Appunti liberamente tratti da Francesco Querci Consigliere Provinciale UDC alla Conferenza Etica e Regole per l'Economia Globale, organizzata dall'Ordine dei Dottori Commercialisti 21.09 T. Politeama Prato.
Una lettura della “Caritas in Veritate” assai penetrante quella offerta dal Prof. Zamagni, intesa da una parte ad evidenziare le ragione e la natura dell'attuale Crisi, dall'altra ad indicarne il suo possibile superamento.
Una crisi definita “antropica” per la perdita di “senso” e di “direzione”; un collasso che colpisce il sistema senza che si produca un cambiamento, diversamente invece di quanto accade nelle crisi “dinamiche” , conseguenti ad un evento eccezionale ch contiene in se i geni del superamento (per esempio una guerra che provoca una rivoluzione). Un'implosione simile a quella che ha colpito l'impero romano o il feudalesimo o ancora l'impero russo con la caduta del muro di Berlino.Come se ne esce dalla crisi antropica? La strada spesso è dettata da minoranze, da correnti di pensiero sino a questo momento inascoltate, che riesce ad indicare un nuovo orientamento di organizzazione sociale.
Il Prof. Zamagni pone l'attenzione principale sul significato e importanza del “Lavoro” e sul significato delle parole dell'enciclica “Il Lavore come Vocazione”.Ci riporta con il pensiero a San Benedetto allorchè con il “ORA ET LABORA, parificando il Lavoro con la Preghiera, conferì al Lavoro quella nobiltà che sino ad allora gli era stata sottratta (il lavoro era prerogativa delle classi più povere).Dal rinnovato senso del Lavoro deriverà l'Umanesimo e con questo l'Economia di Mercato, i monti di pietà, la borsa valori, ma senza finalità speculativa: un mercato civile e non speculativo.
L'umanesimo di San Benedetto antidoto alla cultura dell’ego Illustrando la figura del fondatore del monachesimo occidentale, il Papa dice che l’Europa da due guerre mondiali e da crollo delle ideologie per trovare la sua unità ha bisogno anche degli insegnamenti religiosi e morali che emergono dalle sue radici cristiane.
L'Enciclica “Caritas in Veritate” offre dunque un nuovo modo di pensare, tendendo a cambiare le mappe politiche sino ad oggi ritenute corrette, secondo cui fondamentalmente il Mercato era in grado di autoregolarsi.
L'economia moderna si è contraddistinta sostanzialmente nella divisione fra la sfera economica, tesa all'efficienza e quindi al profitto e quella sociale, volta a riequilibrare le diseguaglianze createsi per la ricerca del profitto. Recentemente, però, in epoca di globalizzazione, vengono sottrati agli statii importanti politiche da quelle monetarie a quelle industriali, che sini a 30 anni fa circa, servivano per riequilibrare appunto il sistema all'interno degli stati moderni.Conseguentemente lo squilibrio sociale è superiore di 4 volte rispetto al progresso di efficienza di un paese occidentale (studi Madison USA) e ciò causa la crisi.
L'Enciclica in commento indica come “direzione” quella di rimettere al primo posto l'individuo (con le sue necessità, aspirazioni, sofferenze) al fine di ricondurre nell'economia anche il sociale. Si dovrà parlare di una Economia Sociale e di un Sociale Efficiente.
La cultura popolare del nostro tempo intravede solo nella speculazione la possibilità di generare valore, mentre tende ad affievolirsi e a sparire il Lavoro come matrice di ricchezza.Ciò ha generato un'illusione collettiva portando l'economia mondiale nella rincorsa agli strumenti finanziari e ad una finanza virtuale con le conseguenze a noi tutte note.
Secondo l'Enciclica è indispensabile riporre il Lavoro al centro dell'economia: “Il Lavoro come Vocazione”
Si crede o si è creduto oggi che il Mercato sia distinto dalla Democrazia, giungendo a deviazioni paradossali come quello del modello Cina. Viceversa l momenro democratico è tutt'uno con quello economico (il riferimento anche in questo caso all'Umanesimo è chiaro). Un sistema che non tiene uniti i due fattori è destinato ad entrare in crisi.
Da respingere l'idea che il Mercato sia una zona “moralmente neutra”; altra cosa discutere quale sia il migliore modello democratico da adottare.
Concludendo il Prof. Zamagni rileva come l'Enciclica esprima alcune parole fondamentali di indirizzo al nuovo modo di intendere e interpretare la realtà per uscire dalla crisi: Fraternità, Sussidiarietà e Bene Comune.
Fraternità, ancora prima di solidarietà, in quanto principio di organizzazione sociale che punta all'eliminazione delle diseguaglianze (mentre il concetto di Solidarietà mira a mitigare le diseguaglianze.) Fraternità come Reciprocità all'interno dell'Economia in controtendenza, dunque, con l'intendere l'Economia solo come scambio di equivalenti.
Sussidiarietà, questa sia orizzontale che verticale, ma anche in assenza di un eccessivo statalismo o privatismo. Ovvero libera da condizionamenti forti dallo stato o da uno o più gruppi di privati.
Questo sistema “tripolare”, pubblico, privato e civile, ancora non ha trovato riconoscimento giuridico.
Il Bene Comune è un concetto tipico della dottrina sociale della Chiesa e sostanzialmente detta la regola secondo la qualle Io devo stare bene Con Te (e non senza di Te o sopra o sotto di Te. Tale impostazione rovescia il concetto di competizione o concorrenza.In sistemi come quelli italiani dove ad esempio esistono i distretti industriali, il fenomeno di una concorrenza diretta ad eliminare il concorrente è stata contenuta. Nei Paesi come gli USA è stato defagrante e concausa principale dell'attuale crisi.
Ho pensato di fare cosa utile nel riportare parte del pensiero del professor Zamagni, sperando di averne preso correttamente il significato in occasione della lodevole Conferenza su Etica e Regole per l'Economia Globale, organizzata dall'Ordine dei Dottori Commercialisti 21.09 T. Politeama Prato.
Francesco Querci (Consigliere Provinciale UDC)
Appunti liberamente tratti da Francesco Querci Consigliere Provinciale UDC alla Conferenza Etica e Regole per l'Economia Globale, organizzata dall'Ordine dei Dottori Commercialisti 21.09 T. Politeama Prato.
Una lettura della “Caritas in Veritate” assai penetrante quella offerta dal Prof. Zamagni, intesa da una parte ad evidenziare le ragione e la natura dell'attuale Crisi, dall'altra ad indicarne il suo possibile superamento.
Una crisi definita “antropica” per la perdita di “senso” e di “direzione”; un collasso che colpisce il sistema senza che si produca un cambiamento, diversamente invece di quanto accade nelle crisi “dinamiche” , conseguenti ad un evento eccezionale ch contiene in se i geni del superamento (per esempio una guerra che provoca una rivoluzione). Un'implosione simile a quella che ha colpito l'impero romano o il feudalesimo o ancora l'impero russo con la caduta del muro di Berlino.Come se ne esce dalla crisi antropica? La strada spesso è dettata da minoranze, da correnti di pensiero sino a questo momento inascoltate, che riesce ad indicare un nuovo orientamento di organizzazione sociale.
Il Prof. Zamagni pone l'attenzione principale sul significato e importanza del “Lavoro” e sul significato delle parole dell'enciclica “Il Lavore come Vocazione”.Ci riporta con il pensiero a San Benedetto allorchè con il “ORA ET LABORA, parificando il Lavoro con la Preghiera, conferì al Lavoro quella nobiltà che sino ad allora gli era stata sottratta (il lavoro era prerogativa delle classi più povere).Dal rinnovato senso del Lavoro deriverà l'Umanesimo e con questo l'Economia di Mercato, i monti di pietà, la borsa valori, ma senza finalità speculativa: un mercato civile e non speculativo.
L'umanesimo di San Benedetto antidoto alla cultura dell’ego Illustrando la figura del fondatore del monachesimo occidentale, il Papa dice che l’Europa da due guerre mondiali e da crollo delle ideologie per trovare la sua unità ha bisogno anche degli insegnamenti religiosi e morali che emergono dalle sue radici cristiane.
L'Enciclica “Caritas in Veritate” offre dunque un nuovo modo di pensare, tendendo a cambiare le mappe politiche sino ad oggi ritenute corrette, secondo cui fondamentalmente il Mercato era in grado di autoregolarsi.
L'economia moderna si è contraddistinta sostanzialmente nella divisione fra la sfera economica, tesa all'efficienza e quindi al profitto e quella sociale, volta a riequilibrare le diseguaglianze createsi per la ricerca del profitto. Recentemente, però, in epoca di globalizzazione, vengono sottrati agli statii importanti politiche da quelle monetarie a quelle industriali, che sini a 30 anni fa circa, servivano per riequilibrare appunto il sistema all'interno degli stati moderni.Conseguentemente lo squilibrio sociale è superiore di 4 volte rispetto al progresso di efficienza di un paese occidentale (studi Madison USA) e ciò causa la crisi.
L'Enciclica in commento indica come “direzione” quella di rimettere al primo posto l'individuo (con le sue necessità, aspirazioni, sofferenze) al fine di ricondurre nell'economia anche il sociale. Si dovrà parlare di una Economia Sociale e di un Sociale Efficiente.
La cultura popolare del nostro tempo intravede solo nella speculazione la possibilità di generare valore, mentre tende ad affievolirsi e a sparire il Lavoro come matrice di ricchezza.Ciò ha generato un'illusione collettiva portando l'economia mondiale nella rincorsa agli strumenti finanziari e ad una finanza virtuale con le conseguenze a noi tutte note.
Secondo l'Enciclica è indispensabile riporre il Lavoro al centro dell'economia: “Il Lavoro come Vocazione”
Si crede o si è creduto oggi che il Mercato sia distinto dalla Democrazia, giungendo a deviazioni paradossali come quello del modello Cina. Viceversa l momenro democratico è tutt'uno con quello economico (il riferimento anche in questo caso all'Umanesimo è chiaro). Un sistema che non tiene uniti i due fattori è destinato ad entrare in crisi.
Da respingere l'idea che il Mercato sia una zona “moralmente neutra”; altra cosa discutere quale sia il migliore modello democratico da adottare.
Concludendo il Prof. Zamagni rileva come l'Enciclica esprima alcune parole fondamentali di indirizzo al nuovo modo di intendere e interpretare la realtà per uscire dalla crisi: Fraternità, Sussidiarietà e Bene Comune.
Fraternità, ancora prima di solidarietà, in quanto principio di organizzazione sociale che punta all'eliminazione delle diseguaglianze (mentre il concetto di Solidarietà mira a mitigare le diseguaglianze.) Fraternità come Reciprocità all'interno dell'Economia in controtendenza, dunque, con l'intendere l'Economia solo come scambio di equivalenti.
Sussidiarietà, questa sia orizzontale che verticale, ma anche in assenza di un eccessivo statalismo o privatismo. Ovvero libera da condizionamenti forti dallo stato o da uno o più gruppi di privati.
Questo sistema “tripolare”, pubblico, privato e civile, ancora non ha trovato riconoscimento giuridico.
Il Bene Comune è un concetto tipico della dottrina sociale della Chiesa e sostanzialmente detta la regola secondo la qualle Io devo stare bene Con Te (e non senza di Te o sopra o sotto di Te. Tale impostazione rovescia il concetto di competizione o concorrenza.In sistemi come quelli italiani dove ad esempio esistono i distretti industriali, il fenomeno di una concorrenza diretta ad eliminare il concorrente è stata contenuta. Nei Paesi come gli USA è stato defagrante e concausa principale dell'attuale crisi.
Ho pensato di fare cosa utile nel riportare parte del pensiero del professor Zamagni, sperando di averne preso correttamente il significato in occasione della lodevole Conferenza su Etica e Regole per l'Economia Globale, organizzata dall'Ordine dei Dottori Commercialisti 21.09 T. Politeama Prato.
Francesco Querci (Consigliere Provinciale UDC)
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