mercoledì 2 settembre 2009

Prato e Le Rotatorie

riceviamo e pubblichiamo:

Gentile Dottore, Le mando una nota tra il serio e lo scherzoso sulla proliferazione di “rotonde” che sembra siano state scoperte solo in questi anni.

Poiché la vita mi ha insegnato che “tutto si tiene”, ho provato a dare un’interpretazione “psico-politica” ai diversi modi di risolvere il problema del traffico automobilistico in un incrocio, con il semaforo, con gli svincoli di tipo autostradale, con la rotatoria.
Indubbiamente, il semaforo è un modo autoritario di gestire il traffico: il rosso corrisponde al “no”, al divieto, il verde corrisponde al “si”, al permesso, anzi, all’ordine di procedere. E’ il classico sistema della disciplina militare, nel quale l’individuo è de-responsabilizzato, gli ordini si eseguono e basta, e tutto funziona perfettamente. Eccetto che il sistema semaforico, disponendo di una “intelligenza” limitata, spreca un gran numero di intervalli di tempo e accumula le code perché tiene ferme le auto anche quando potrebbero tranquillamente passare.
Passiamo adesso alla seconda modalità, quella di ispirazione autostradale, composta da soluzioni complesse con svincoli e raccordi, con sottopassi e sovrapassi,. Di esempi di questa modalità ne troviamo varii in Toscana, ad esempio a Firenze, per imboccare verso nord la A1, o presso Venturina, nell’incrocio tra la “variante Aurelia” e la strada per Piombino.
Per riprendere l’interpretazione semiseria anche di questa soluzione del problema del traffico, essa può essere definita di “incasellamento burocratico”, una cultura assai diffusa che pretende di irreggimentare e normare tutto. Ma poiché, come insegna Shakespeare, “ci sono molte più cose sotto il cielo che nei nostri libri”, il risultato spesso è quello di una complicazione assolutamente sproporzionata al problema da risolvere.
Infine, prendiamo in esame la rotatoria. La novità della rotatoria sta nel fatto che l’individuo non è più un elemento passivo, irreggimentato e sottoposto ad un ordine o ad un percorso pre-definito, ma un soggetto responsabilizzato in un ruolo di protagonista per la soluzione del problema del traffico nell’incrocio. A ciascun automobilista che si presenta davanti ad una rotatoria viene chiesta una decisione autonoma, cui egli adempirà di buon grado poiché si tratta di una scelta da esercitare a suo individuale vantaggio.
Ma allora il modello della rotatoria altro non è se non l’ennesima applicazione del principio liberale, secondo il quale, stabilite alcune regole semplici, valevoli per tutti, e lasciando ciascuno agire secondo il proprio interesse, si consegue l’interesse generale.

Pier Lodovico Rupi

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