La questione dell’inceneritore di Montale continua a tenere banco anche a Prato, vista la vicinanza dell’impianto al territorio di Montemurlo. E le preoccupazioni sono aumentate dopo che sono stati resi noti i risultati che hanno evidenziato un’alta concentrazione di diossina nel latte materno di due donne che abitano al Montale. Ora la questione sarà discussa anche in Provincia, visto che il consigliere del Pdl Sergio Toccafondi ha depositato proprio stamani un’interrogazione per sapere se l’ente di Palazzo Buonamici stia monitorando, nei limiti di sua competenza, la situazione e quali siano gli eventuali provvedimenti presi o previsti per fronteggiare il problema. Toccafondi chiede poi di sapere se è stato previsto un intervento dell’Asl al fine di una verifica costante.Sullo stesso tema, poi, è massima l’attenzione del sindaco del Comune di Montemurlo, Mauro Lorenzini: “La salute è un bene primario da tutelare sotto tutti gli aspetti – ha ribadito Lorenzini – ho infatti richiesto un incontro con la Provincia di Pistoia per chiarire e verificare i dati relativi alle emissioni dell’inceneritore, perché voglio assolutamente approfondire questo argomento. È una mia forte volontà e un mio preciso dovere di amministratore”. Lorenzini, inoltre, si è fatto promotore di un nuovo incontro del tavolo tecnico istituzionale cui partecipano, oltre al Comune di Montemurlo, il Cis (Consorzio Intercomunale Servizi) e i Comuni soci - Agliana, Montale e Quarrata - i rappresentanti dell’Asl e della Provincia di Pistoia, dei comitati dei cittadini, dell’Arpat Pistoia e dell’Ordine provinciale dei medici di base di Pistoia.Infine da registrare la presa di posizione di Lanfranco Nosi, esponente di Sinistra RossoVerde, che chiede una mappatura degli inquinanti su tutta la provincia di Prato: “I risultati delle analisi sul latte materno - dice Nosi - effettuate dai Comitati contro l’inceneritore di Montale, ai quali va tutto il nostro sostegno, devono essere presi sul serio, e a poco servono le ‘rassicurazioni’ della Asl pistoiese, che peraltro non fa che confermare la pericolosità degli impianti di incenerimento. Dato che la ‘zona di ricaduta grava pesantemente anche sul comune di Montemurlo, sarebbe opportuno che le autorità pratesi si muovessero rapidamente per garantire la tutela della salute degli abitanti della zona, chiedendo la chiusura dell’impianto. E’ bene infatti ricordare che le diossine sono considerate a tutti gli effetti cancerogene, e il meccanismo più diffuso per l’esposizione alla diossina è proprio il bioaccumulo attraverso la catena alimentare!”.“Certo - prosegue Nosi - che, anche nel complesso della provincia e del comune di Prato, sarebbe necessario una verifica approfondita dei livelli di inquinamento e delle cause. Da parte nostra ribadiamo una richiesta che avevamo già avanzato in campagna elettorale: una mappatura degli inquinanti specifici su tutto il territorio provinciale, connesso ad una seria indagine epidemiologica, che veda partner attivi i comitati della Piana nel controllo e nella verifica dei dati, al fine di operare seriamente sulle cause”.
Nessun commento:
Posta un commento