L’Udc poggese ha seguito con grande interesse l’approvazione, avvenuta nei giorni scorsi, del Master Plan del Parco della Piana, ed è convinta che da questo progetto passi gran parte dello sviluppo futuro di tutta l’area. Poggio a Caiano è particolarmente sensibile a questo tipo di politica, in quanto zona di forte vocazione turistica, mai a pieno sfruttata, e insistente su aree agricole di pregio assoluto.
E’ davvero essenziale progettare con serietà e competenza la fisionomia di un territorio vasto che, da un lato, deve esaltare le caratteristiche “preziose” costituite dalle componenti paesaggistiche ed artistiche, dall’altro non deve comprimere lo sviluppo produttivo.
La sfida è quella di trovare una sintesi virtuosa tra le esigenze di tutela, a cui Poggio deve necessariamente mirare, e la necessità di non tarpare le ali a idee importanti per l’economia. Il pensiero è rivolto, in primo luogo, al progetto della “Cittadella Viola”, che noi riteniamo utile per tutto il comprensorio. Quindi, da un lato va accantonato ogni estremismo talebaneggiante di certi ambientalisti, dall’altra bisogna non essere asserviti a logiche mercantili di corto respiro.
Occorre, davvero, coltivare quella che il Master Plan definisce “visione colta ed avveduta della città e delle sue relazioni intermetropolitane”.
Ci interessa la possibilità di formare consorzi tra Comuni, a patto che questi non servano unicamente a creare nuove “poltrone” per le solite satrapie della sinistra.
Ci interessa che vengano creati organismi utili e funzionanti nell’interesse di un progetto ambizioso e difficile.
Noi crediamo che il Master Plan, specialmente nella sua chiara visione delle interconnessioni con le produzioni agricole di qualità e con le ricchezze monumentali del territorio, nella previsione di recupero e rilancio delle Cascine di Tavola e di Focognano, segni una via che deve portare ad un riassetto del governo del territorio tale da risolvere delle contraddizioni che frenano ogni potenziamento.
E, a proposito di contraddizioni, nutriamo la speranza che la politica nuova nata dal Master Plan possa risolverne alcune che sono vera piaga per tutta l’area.
Come è possibile ipotizzare una tutela paesaggistica efficace se si continua a tollerare che a fare da dirimpettaio a Villa Ambra vi sia quel mostro di lamiera della Stazione Enel? Come sopportare che le colline da Poggio alle Signe e Montelupo, nella loro spettacolare fuga, siano deturpate dai tralicci dell’alta tensione?
Anche di queste cose si dovrà parlare, senza tanti minuetti e senza complessi di inferiorità o asservimenti.
Noi, come partito locale, siamo disposti ad un dialogo a tutto campo, per non perdere un’occasione unica.
Cristiano Ciani
E’ davvero essenziale progettare con serietà e competenza la fisionomia di un territorio vasto che, da un lato, deve esaltare le caratteristiche “preziose” costituite dalle componenti paesaggistiche ed artistiche, dall’altro non deve comprimere lo sviluppo produttivo.
La sfida è quella di trovare una sintesi virtuosa tra le esigenze di tutela, a cui Poggio deve necessariamente mirare, e la necessità di non tarpare le ali a idee importanti per l’economia. Il pensiero è rivolto, in primo luogo, al progetto della “Cittadella Viola”, che noi riteniamo utile per tutto il comprensorio. Quindi, da un lato va accantonato ogni estremismo talebaneggiante di certi ambientalisti, dall’altra bisogna non essere asserviti a logiche mercantili di corto respiro.
Occorre, davvero, coltivare quella che il Master Plan definisce “visione colta ed avveduta della città e delle sue relazioni intermetropolitane”.
Ci interessa la possibilità di formare consorzi tra Comuni, a patto che questi non servano unicamente a creare nuove “poltrone” per le solite satrapie della sinistra.
Ci interessa che vengano creati organismi utili e funzionanti nell’interesse di un progetto ambizioso e difficile.
Noi crediamo che il Master Plan, specialmente nella sua chiara visione delle interconnessioni con le produzioni agricole di qualità e con le ricchezze monumentali del territorio, nella previsione di recupero e rilancio delle Cascine di Tavola e di Focognano, segni una via che deve portare ad un riassetto del governo del territorio tale da risolvere delle contraddizioni che frenano ogni potenziamento.
E, a proposito di contraddizioni, nutriamo la speranza che la politica nuova nata dal Master Plan possa risolverne alcune che sono vera piaga per tutta l’area.
Come è possibile ipotizzare una tutela paesaggistica efficace se si continua a tollerare che a fare da dirimpettaio a Villa Ambra vi sia quel mostro di lamiera della Stazione Enel? Come sopportare che le colline da Poggio alle Signe e Montelupo, nella loro spettacolare fuga, siano deturpate dai tralicci dell’alta tensione?
Anche di queste cose si dovrà parlare, senza tanti minuetti e senza complessi di inferiorità o asservimenti.
Noi, come partito locale, siamo disposti ad un dialogo a tutto campo, per non perdere un’occasione unica.
Cristiano Ciani
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