Federico G. ha scritto ...
"Il consigliere comunale Massimo Taiti asserisce che in via Pistoiese i residenti si sono svegliati da poco tempo per protestare contro l’invasione cinese.
In realtà sono quasi quindici anni, cioè fin dalle prime avvisaglie del fenomeno, che comuni cittadini esprimono voci di dissenso.
Questi, via via che in passato si vedevano sottrarre spazi e lavoro dagli orientali, creavano invece movimenti di opinione, comitati (ci fu anche un’infuocata riunione al quartiere centro con Michele Ventrone). Il tutto destinato a riempire per qualche giorno le cronache locali e successivamente a rimanere miseramente inascoltato. Le istituzioni cittadine predicavano allora tolleranza e solidarietà e con questo ritornello hanno cercato dianestetizzare le menti dei pratesi fino alle soglie del duemila.
Occorreva dare tutto il tempo ai cinesi ed ai loro conniventi italiani, fra cui molti pratesi, di organizzarsi e di arricchirsi gli uni con l’illegalità e gli altri fornendo loro a caro prezzo le basi logistiche per radicarsi sul territorio.
Ora che questo processo ha preso un corso inaspettato (ma prevedibilissimo) c’è chi si piange addosso. Fra questi non certo gli imprenditori che hanno venduto agli orientali la loro fabbrica ormai inattiva, non certo chi affitta e vende loro case a prezzi esosi, tantomeno chi è loro complice in sporchi affari.
La rabbia e l’orgoglio di chi ama Prato, e sono tanti, sembra che niente possano contro le categorie mentali che fanno del potere e del denaro i valori dominanti.
Appare chiaro che la miopia e il pensiero debole stiano tentando di stravolgere l’economia e il tessuto locale di una città un tempo ricca e vitale.
Allora, cari Pratesi, tiriamo fuori gli attributi e lottiamo per riacquistare la nostra identità e la nostra dignità. Che ci sia tanta voglia di ciò lo dimostrano i numerosi interventi su questo blog."
Federico G.
"Il consigliere comunale Massimo Taiti asserisce che in via Pistoiese i residenti si sono svegliati da poco tempo per protestare contro l’invasione cinese.
In realtà sono quasi quindici anni, cioè fin dalle prime avvisaglie del fenomeno, che comuni cittadini esprimono voci di dissenso.
Questi, via via che in passato si vedevano sottrarre spazi e lavoro dagli orientali, creavano invece movimenti di opinione, comitati (ci fu anche un’infuocata riunione al quartiere centro con Michele Ventrone). Il tutto destinato a riempire per qualche giorno le cronache locali e successivamente a rimanere miseramente inascoltato. Le istituzioni cittadine predicavano allora tolleranza e solidarietà e con questo ritornello hanno cercato dianestetizzare le menti dei pratesi fino alle soglie del duemila.
Occorreva dare tutto il tempo ai cinesi ed ai loro conniventi italiani, fra cui molti pratesi, di organizzarsi e di arricchirsi gli uni con l’illegalità e gli altri fornendo loro a caro prezzo le basi logistiche per radicarsi sul territorio.
Ora che questo processo ha preso un corso inaspettato (ma prevedibilissimo) c’è chi si piange addosso. Fra questi non certo gli imprenditori che hanno venduto agli orientali la loro fabbrica ormai inattiva, non certo chi affitta e vende loro case a prezzi esosi, tantomeno chi è loro complice in sporchi affari.
La rabbia e l’orgoglio di chi ama Prato, e sono tanti, sembra che niente possano contro le categorie mentali che fanno del potere e del denaro i valori dominanti.
Appare chiaro che la miopia e il pensiero debole stiano tentando di stravolgere l’economia e il tessuto locale di una città un tempo ricca e vitale.
Allora, cari Pratesi, tiriamo fuori gli attributi e lottiamo per riacquistare la nostra identità e la nostra dignità. Che ci sia tanta voglia di ciò lo dimostrano i numerosi interventi su questo blog."
Federico G.
Scaricare la responsabilità del degrado, non solo di via Pistoiese, ai cittadini è tattica da vecchi politici: il modo più semplice per togliersi dall'impiccio. Però bisogna farsi un esame di coscienza: sicuramente come pratesi abbiamo la colpa di non essere stati mai coesi nel portare avanti le nostre battaglie. Faccio un esempio: il pagamento dei permessi per accedere / parcheggiare in centro storico, niente di più incostituzionale. Eppure dopo la raccolata di 600 firme, invece di una presa ferma di posizione tutti si sono apprestati a pagare. Quindi c'è un forndo di verità: è anche colpa nostra. Spero che non essendoci solo Chinatown, ma una serie di serie problematiche, si eviti il menefreghismo ( .... tanto lì non ci abito mica io...)e in maggior misura il dividersi in gruppuscoli ( quanti comitati asssociazione ect ci sono...) e uniti far sentire le nostre ragioni, essere propositivi e DECISI!
RispondiEliminaCiao Federico, il problema di più alto profilo, è proprio il fatto che questa amministrazione NON ASCOLTA i cittadini. Si possono raccogliere quante firme vuoi, si può fare tutta la confusione possibile, ma fino a che continueranno a lavorare da soli sarà molto difficile poter cambiare le cose. L'unico mezzo che ha il cittadino per farsi ascoltare veramente è il voto, perchè è l'unico mezzo riconosciuto a livello legale e politico di consenso o dissenso, e i Pratesi fino ad oggi non sono riusciti a farsi sentire proprio per questo. Tante proteste e poi alla fine nessuno ha veramente voglia di cambiare, allora dico io, probabilmente è giusto che continuino a lavorare in questa direzione.
RispondiEliminaSe a Prato vogliamo veramente cambiar le cose dobbiamo spiegare ai cittadini, qual è il metodo per tirare fuori gli attributi. Ormai si sentono tante, troppe proteste senza una finalizzazione concreta. E anche secondo il nostro movimento è arrivato il momento di dire basta, perchè vogliamo che la nostra amata città torni a fiorire e che ogni cittadino si senta un partecipante dello sviluppo della città. Oggi,ma probabilmente anche ieri, contano solo ed esclusivamente gli amministratori, i cittadini non vengono mai presi in considerazione, quindi diamoci una mossa e facciamo capire anche all'amministrazione che non sono solo i vertici di partito e dei vari comitati a voler cambiare sistema, ma tutta la popolazione!!!
Andrea Caverni