lunedì 8 gennaio 2007

Curzio Malaparte "Troppo Silenzio"

50 anni: Anniversario morte Curzio Malaparte:
Silenzio (imbarazzante) da parte delle Istituzioni

"io sono un pratese e non vorrei essere nato se non fossi stato pratese"

Col 2007 corre L'anniversario del nostro concittadino Malaparte, che Eugenio Montale defini come colui che ".... è riuscito a inserirsi con caratteri tutti suoi in un gruppo di scrittori che formano un capitolo a se nella nostra recente letteratura”


Stupisce che nessuna seria iniziativa è stata ancora presa dal Comune per l'anniversario, quando avrebbe dovuto intitolare il nuovo anno proprio all'insegna di Malaparte.
Un' Amministrazione sempre più distratta che se dichiara da una parte di volere rilanciare Prato sui temi della Cultura, poi dall'altra dimentica, ritarda e scivola pesantemente e grossolanamente su un evento di straordinaria importanza per Prato e non solo.

I Consiglieri dell'opposizione di Circoscrizione presenteranno un Ordine del Giorno sul tema per chiedere iniziative di rilievo nazionale per ricordare chi con forza difesa a gran voce la pratesità nel mondo.

di seguito una breve selezione su PRATO tratta da "Maledetti Toscani" di C. Malaparte:
"Gran fortuna per tutti, in Italia, che i toscani siano uomini intelligenti, e perciò liberi. E maggior fortuna sarebbe, se in Italia ci fossero più toscani e meno italiani"
"A esser italiani tutti son boni: ci son riusciti perfino i piemontesi e i siciliani! Ma provati a esser toscano, e pratese, se ti riesce . "
"Tutti son buoni a far gli eroi con la pelle degli altri: ma se non c’eravamo noi pratesi a inventar la cambiale e l’assegno bancario, il commercio in Europa sarebbe morto sul nascere, e l’Italia, per non dir Firenze, non sarebbe diventata la prima potenza bancaria del mondo"

3 commenti:

  1. Apprendiamo questa mattina dalla stampa le intenzioni del Comune per le iniziative in memoria di Curzio Malaparte.
    L'Assessore alla Cultura parla di eventi di rilevanza europea e ce ne compiacciamo.
    Attendiamo di conoscerne i particolari esprimendo soddisfazione per avere animato la discussione intorno ad un personaggio pratese di indiscusso valore culturale.

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  2. Commento di Alessandro Ciardi

    Credo che da parte di una amministrazione che si è praticamente dimenticata del figlio più illustre della nostra Città ci sia ben poco da aspettarsi!
    Mi riferisco al cinquecentenario di Filippino Lippi per il quale fu allestita, in tutta fretta e senza alcuna attività promozionale, una modestissima mostra, quando l'evento avrebbe dovuto richiamare gente da tutto il mondo.
    Se volete sapere il mio parere su Malaparte, credo che un personaggio come lui, passato con grande disinvoltura da un campo politico a quello avverso e del quale si è ormai dimenticato l' ambiguo comportamento tenuto quale testimone ai due processi sul delitto Matteotti, al di là del valore dello scrittore che non mi sento in grado di giudicare, non meriti
    grande considerazione.
    Ricordiamoci che nel primo processo sul delitto Matteotti avvenuto durante il ventennio fascista fu fra i testimoni, ma si guardò bene dal testimoniare di nuovo alla revusione del processo stesso avvenuto dopo guerra.

    alessandro ciardi

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  3. Risponde Stefano Bellanca:

    il nostro malaparte non ha avuto molta coerenza politica, e non solo
    nell'atteggiamento esteriore, ma anche nei suoi scritti (pensa a "ben il grande
    imbecille" o qualcosa del genere, non ricordo esattamente).
    come scrittore, politico, ed intrallazzone lo ho sempre visto in maniera
    ambigua, perchè lo era, ed ha pagato la sua ambiguità.
    ma c'è un fatto che nel fondo della mia anima mi colpisce e mi conquista alla
    sua causa: lui, tedesco, si sentiva profondamente pratese, era pratese e da
    morto vive da pratese.
    questo mi basta per ritrovare, nei tanti momenti di sconforto per una città
    svenduta allo straniero, le ragioni del mio essere pratese, le ragioni per
    amare una città che non è più quella che amavo, una città dove mi sento più
    straniero che in messico, dove i bianchi eravamo 30 su più di 200.000 abitanti.
    credimi, bisogna provarlo, quando ero là morivo per prato, mi mancava prato, e
    assistevo impotente alla grande battaglia elettorale, pensando a tutti voi, i
    veri pratesi.
    pensavo a prato quando scampionavo i tessuti dei pratesi, e vedevo i volti dei
    pratesi che condannavo a morte economica.
    per questo, amo malaparte, mazzei, lippi, datini, mazzoni e tutti quelli che
    hanno dato lustro e fatto grande questa città.
    nel loro ricordo, nel loro nome, nelle loro opere ed insegnamenti dobbiamo
    ritrovare la strada perchè questa città torni ad essere nostra, perchè questa
    città ritrovi l'orgoglio che aveva.
    in poche parole, non m'importa chi sia stato, ma il mondo ne ha parlato e ne
    parla, ed io ho bisogno della sua immagine per riaffermare la pratesità.

    scusatemi il sentimentalismo, ma l'amore è amore, ed al cuore non si comanda

    stefano bellanca

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