mercoledì 17 gennaio 2007

Riappropriazione del territorio


Federico ha scritto ....

"Di fronte ad una vera e propria emergenza come quella cinese sarebbe opportuno che tutte le istituzioni cittadine si sedessero ad un tavolo comune e raggiungessero un accordo bipartisan. Del resto la sinistra stessa ha ammesso molti errori nella gestione del problema.
Una volta tanto, visto che è in gioco il futuro della nostra città, abbandoniamo i discorsi
fumosi, i “ l’avevo detto” e le critiche senza costrutto. Soprattutto non usiamo, come à stato fatto sinora, la tattica del rinvio, che è quanto di più deleterio possa esistere ai fini di un sano
pragmatismo. “Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur”, e non è più tempo di discutere sul da farsi, ma di agire.
A Montemurlo l’amministrazione sta operando con esiti positivi e mette in atto sopralluoghi scrupolosi. Perché questo non avviene a Prato? Perché dopo che le ditte sono state chiuse, da noi riaprono dopo pochi giorni? Perché non viene effettuata una mappatura precisa degli stanzoni e ad essa ci si attiene scrupolosamente per scoraggiare l’illegalità con controlli serrati ed insistenti?
Risulta controproducente far chiudere uno stanzone e non tornare più sul posto, perchè i cinesi ci battono in astuzia.
A Roma gli abitanti del quartiere Esquilino, trasformato in pochi anni in un ghetto, hanno chiesto ed ottenuto di eliminare le lanterne rosse all’esterno dei locali cinesi. Poca cosa, un tentativo comunque di cancellare il sigillo di appartenenza che gli orientali vogliono apporre e “imporre” (scusate l’assonanza) al territorio, una sorta di simbolo di possesso.
Perché un noto Istituto di credito in via Pistoiese ha permesso che le lanterne rosse venissero applicate sulla sua facciata?
Togliamo tutto quel rosso che non ci appartiene e difendiamo piuttosto i nostri simboli e la nostra cultura!"
Federico G. Prato

Nessun commento:

Posta un commento